Apple risponde ai media cinesi che nei giorni scorsi avevano accusato l’iPhone di “minacciare la sicurezza nazionale” essendo lo smartphone in grado di registrare la posizione dell’utente. In un lungo messaggio in cinese e in inglese pubblicato sul sito cinese della Casa della Mela, si legge: “Apple è profondamente impegnata nel proteggere la privacy di tutti i clienti. La privacy è integrata nei nostri prodotti e servizi sin dalle prime fasi di progettazione. Lavoriamo incessantemente per fornire l’hardware e il software più sicuro del mondo”.
Alludendo ai prodotti Android concorrenti con i quali Google ha ovvi interessi a raccogliere informazioni per ottimizzare il target dell’advertising, dice: “Contrariamente a molte società, il nostro business non dipende dalla raccolta di grandi quantità di dati personali sui clienti”. E ancora: “Siamo fortemente impegnati nel dare ai nostri clienti chiari e trasparenti avvisi, scelte e controllo sulle informazioni, e riteniamo che i nostri prodotti facciano questo in modo semplice ed elegante”.
Il canale di stato cinese CCTV lo scorso venerdì aveva parlato in un report su iOS della funzione Luoghi Frequenti come pericolosa per la sicurezza nazionale giacché potrebbe potenzialmente essere usata per individuare informazioni su dove e quando si trovavano le persone. Un ricercatore della CCTV intervistato dai media cinesi, aveva detto che le informazioni memorizzate dalla funzione Luoghi Frequenti contengono “dati estremamente sensibili” che potrebbero rivelare “segreti di Stato”, esprimendo preoccupazione in particolare per gli utenti che ricoprono importanti ruoli governativi e che incidentalmente possiedono un iPhone come smartphone principale.
CCTV è il network che aveva in passato accusato Apple di non essere chiara riguardo le policy sulle garanzie. Ad aprile dello scorso anno Tim Cook pubblicò una lettera di scuse promettendo più trasparenza e politiche di riparazione in garanzia più favorevoli, manifestato al governo cinese tutta la sua disponibilità ad ascoltare le condizioni ritenute necessarie.
Tornando alla funzione Luoghi Frequenti, la società scrive: “Apprezziamo gli sforzi di CCTV di educare gli utenti su un argomento che riteniamo importante. Vogliamo essere sicuri che tutti i nostri clienti in Cina comprendano cosa facciamo e cosa non facciamo quando si parla di privacy e dati personali”. “I nostri utenti” continua Apple, “vogliono e si aspettano che i loro dispositivi mobili siano velocemente e in modo affidabile in grado di determinare la loro posizione corrente per specifiche attività quali shopping, viaggi, individuare il più vicino ristornate o calcolare il tempo necessario per arrivare a lavoro. Facciamo questo a livello di dispositivo. Apple non traccia la posizione dell’utente. Apple non l’ha mai fatto e non ha intenzione di farlo”.
“Calcolare la posizione di un telefono usando i soli dati del GPS può richiedere minuti. L’iPhone può ridurre i tempi a pochi secondi sfruttando dati ricavati dagli hot spot WLAN , da celle delle reti cellulari e combinando le informazioni. A questo scopo Apple mantiene un archivio con le posizioni note memorizzando su milioni di dispositivi i dati raccolti dagli hotspot WLAN e dalle reti cellulari. È importante rimarcare che durante il procedimento di raccolta dati, il dispositivo non trasmette alcun dato associabile univocamente al dispositivo o all’utente”.
“Apple” prosegue ancora il testo “offre controllo all’utente in merito alla raccolta, uso dei dati e delle informazioni sulla localizzazione su tutti i dispositivi. Gli utenti hanno la possibilità di abilitare o disattivar ei servizi di localizzazione, non è un’impostazione attiva per default. Apple non permette a nessuna app di ricevere dati sulla localizzazione dell’utente senza la specifica autorizzazione di quest’ultimo, consenso che deve essere confermato tramite un semplice messaggio pop-up”.
“Il messaggio di avviso è obbligatorio e non può essere aggirato”. Gli utenti possono cambiare idea e attivare/disattivare servizi di localizzazione per le app e i servizi in qualsiasi momento mediante semplici interruttori on/off. Quando l’utente imposta su “off” l’interruttore di localizzazione di una specifica app, questa smette di raccogliere dati. I genitori possono inoltre attivare restrizioni sui dispositivi, impedendo ad esempio ad app usate dai bambini di attivare funzioni di localizzazione”.
“Quando si tratta di utilizzare iPhone per verificare le condizioni di traffico” prosegue ancora il testo, “iOS può prelevare i dati sui Luoghi Frequenti dalla vista Oggi del Centro Notifiche e visualizzare automaticamente percorsi in CarPlay”.
I Luoghi Frequenti sono memorizzati solo ed esclusivamente sul dispositivo iOS dell’utente, non sono per questi eseguite copie quando si effettuano i backup su iTunes o iCloud e sono sempre e in ogni modo cifrati. Apple non ottiene informazioni o conosce i Luoghi Frequenti e tale funzione può sempre e comunque essere disattivata dalla sezione Privacy delle Impostazioni.
“Apple non ha mai lavorato con agenzie governative di nessuna nazione creando backdoor in alcun prodotto o servizio. Non abbiamo inoltre mai consentito l’accesso ai nostri server. E mai lo faremo. È qualcosa che sentiamo fortemente”.
Stando a quanto riporta C-NET, l’attacco verso Apple potrebbe essere una rappresaglia nei confronti del governo USA, dopo la recente scoperta di alcuni hacker cinesi che erano penetrati nella rete di computer dell’ufficio del personale federale americano prelevando dati confidenziali deli impiegati statali Usa e prendendo di mira i file di migliaia di persone. Già in altri casi simili, il governo cinese ha risposto alle accuse di cyberspionaggio prendendo di mira società quali Apple, Cisco, Google, IBM, Microsoft e altre ancora.
La Cina è per Apple il secondo paese al mondo per fatturato e rappresenta la più importante frontiera in termini di crescita del giro d’affari. Secondo dati riportati dalla società di analisi cinese Umeng, i telefoni nella fascia premium venduti nel paese sono per la maggiorparte iPhone. I dispositivi Android a basso e medio costo (inferiori ai 300$) hanno un market share del 57%; nella fascia di dispositivi più costosi (superiori ai 500$) l’80% sono iPhone.