Si è chiusa con il più classico dei lieto fine la querelle tra Cisco ed Apple sul marchio iPhone. Questa notte, ora italiana, a qualche ora dalla termine fissata da Cisco per consentire a Cupertino di chiudere in maniera amichevole la vicenda che opponeva le due società , è arrivato il comunicato con cui si faceva sapere che il caso era chiuso.
In base a quanto si apprende dalle scarne dichiarazioni ufficiali ‘Cisco ed Apple sono libere di usare il marchio registrato iPhone nei rispettivi prodotti, su tutti i mercati mondiali. Le parti riconoscono i marchi registrati che sono stati assegnati fino ad oggi e ciascuno si impegna ad abbandonare ogni azione legale a margine di essi’.
Il comunicato non dice quali sia stato il terreno di mediazione, dove Cisco ed Apple siano venute a patti, ma pare che sia stata accettata la posizione di Cisco. Si legge infatti nel comunicato che Cisco ed Apple ‘esploreranno le opportunità per l’interoperabilità nell’area della sicurezza, consumer e a livello delle imprese’, in pratica proprio quello che Cisco chiedeva per chiudere la vicenda.
Lo società californiana, infatti, fin dall’inizio si era dimostrata disponibile a non irrigidirsi sul controllo del nome iPhone che aveva conquistato diversi anni fa, con l’acquisto di Linksys, dicendosi disponibile ad un mutuo e reciproco accordo di convivenza dei due prodotti (il cellulare di Apple e una gamma di telefoni Voice Over Ip) a patto che Apple aprisse a Cisco il business del telefono intelligente sul fronte dove essa è più forte, gli home routers, i sistemi di rete per i carrier e tutta una serie di dispositivi che, sia nell’ambito domestico e nel business della telefonia costituiranno l’ecosistema di iPhone.
Ricordiamo che la vicenda iPhone è iniziata nel giorno stesso dell’annuncio del telefono cellulare intelligente di Apple. In quel momento Cisco, che solo un paio di settimane prima (forse non casualmente) aveva lanciato una serie di telefoni cosumer funzionanti con tecnologia Voip lanciò un’azione legale contro Cupertino per rivendicare il diritto di usare in esclusiva il marchio. In realtà dal primo momento si era avuta l’impressione che le due parti, che da mesi, segretamente, stavano trattando e che avevano bruscamente interrotto il faccia a faccia il giorno stesso della presentazione di iPhone, non fossero l’una distante dall’altra, ma che fosse semplicemente iniziata una partita a scacchi per spuntare le migliori condizioni possibili da un accordo che sarebbe inevitabilmente arrivato. Anche alcuni prestigiosi giornali economici, come il Wall Street Journal, si dicevano certi che non ci sarebbe stato alcun confronto in tribunale ma che era solo questione di qualche giorno o al massimo di qualche settimana prima che l’accordo arrivasse. La prova che le cose stessero così e che alcune dichiarazioni abbastanza dure di Apple (che definiva la causa ‘sciocca’) non andassero prese troppo sul serio, giungeva da due successivi differimenti dei termini entro i quali Apple si sarebbe dovuta presentare in tribunale per istruire i preliminari dell’azione legale; L’ultimo rinvio, datato a ieri, è stato quello che ha consentito di trovare il punto d’accordo.