E se qualcuno amputasse il mio dito per accedere a Touch ID? La domanda, per quanto macabra e da riferirsi sopratutto alla visione di una serie di film di spionaggio a tinte pulp, se la pone Tuaw e la risposta tende ad essere rassicurante: chi avesse questa insana idea potrebbe semplicemente trovarsi per le mani un dito amputato da smaltire. La ragione per cui lavorare di bisturi su un arto potrebbe non essere una grande idea, la fornisce Apple stessa.
Il sensore è di tipo capacitivo, si spiega sulle pagine del sito di Cupertino, quindi viene attivato dalla corrente elettrica che scorre nel nostro corpo e arriva alla superficie della pelle. È questa carica elettrica che, come avviene nello schermo dell’iPhone, attiva la lettura del sensore. Un dito amputato non ha questa carica, quindi sarebbe come toccare Touch ID con un guanto. In secondo luogo il sensore legge la parte che sta sotto la prima pelle che uno strato sostanzialmente non vitale e questo perchè potrebbe essere troppo screpolata per offrire una lettura accurata.
Secondo quanto conclude Tuaw, questo significa due cose: una volta staccato dal corpo un dito non trasmetterà più corrente elettrica e quindi non sarà percepito da Touch Id, ma la parte sottostante alla superficie a pochi minuti di distanza dall’amputazione cesserà anche di essere percepita come una parte vitale e sarà impossibile sbloccare il telefono.
I più acuti tra coloro che leggono avranno però pensato anche ad una scappatoia: trovare qualcuno che si faccia impiantare il dito che ci sarà stato amputato. Questa ipotesi è, probabilmente (chi scrive non ha nessuna competenza medica e quindi potrebbe sbagliare…), chirurgicamente praticabile, ma è destinata a fallire visto che, oltre che una non facilmente reperibile competenza in campo sanitario e al reperimento anche di qualcuno disposto a farsi amputare il suo di dito per farsi impiantare il nostro, per seguire questo percorso ci vorrà un certo tempo. A quel punto l’iPhone potrebbe non essere più attivabile mediante Touch ID visto che dopo due giorni di blocco sarà sempre necessario usare la password che funziona anche come sistema di back up per l’impronta digitale. A questo punto potrebbe essere più facile convincerci, con le buone o con le cattive, a cedere la password stessa oppure farsi “prestare” il nostro dito, noi viventi e senza che sia stato staccato dal corpo.
Che questo sia meglio o peggio che vedersi amputato un dito, è al buon cuore di chi vi interrogherà…