Toshiba si ritira dall’ industria dei computer. In base a quanto si apprende la società ha silenziosamente venduto la sua restante quota, pari al 19.9%, del suo marchio di computer, diventato Dynabook lo scorso anno, a Sharp, di fatto uscendo ufficialmente dal business dei computer portatili ma in realtà più in generale da quello dei PC.
E’ da un po’ di tempo che Toshiba è uscita dal novero dei nomi importanti di questo mercato: due anni fa aveva venduto l’80.1% della sua quota a Sharp, che appartiene a Foxconn dal 2016, e quello di oggi è l’ultimo capitolo di una storia che durava praticamente da trentacinque anni. Ricodiamo che Toshiba T1100 ampimente in voga nell’85 era considerato il primo computer portatile mainstream stabilendo uno stile per il design dei computer portatili che non è cambiato fino al 1991, quando Apple lanciò la sua linea di PowerBook.
L’azienda ha prosperato per tutti gli anni ’90 e 2000 con le linee di computer Satellite, Portégé e Qosmio. Difficile dire cosa abbia esattamente segnato l’inizio dell’inesorabile declino di Toshiba, anche se ci sono una serie di probabili fattori che potrebbero aver influito. Per esempio, la scommessa fallita sull’HD DVD. Produrre computer portatili incentrati sui media ha fatto sì che diventassero praticamente inutili non appena la tecnologia è stata soppiantata dal Blu-Ray e dal cloud streaming.
Per la multinazionale giapponese non è stato neppure facile sopravvivere con rivali come Apple, Dell e Lenovo in special modo quando in un mercato come quello degli ultrabook dove i MacBook Air e la linea XPS la fanno ancora oggi da padrone. Aggiungiamo anche che il mercato dei PC è in contrazione da anni, e il quadro è completo: anche un colosso come Toshiba non è riuscito a sopravvivere alla forte concorrenza in una indutria dove non ci sono molti soldi da investire, tranne che per i contendenti più grandi.
Toshiba resta comunque un nome importante nell’ industria dell’informatica e della tecnologia in special modo quando si parla di stampa e archiviazione, oltre a essere presente in altri settori, tra cui quell dell’energia e della vendita al dettaglio. Il marchio Dynabook, del resto, sopravviverà, come segnala Gizmodo, sebbene sia un momento comunque triste: indipendentemente dai gusti personali per i prodotti, è innegabile che Toshiba sia stato uno dei pilastri nel panorama dei personal computer.
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