Gli sviluppatori di Tor, il sistema di comunicazione anonima per Internet basato sul protocollo di rete di onion routing, hanno pubblicato che quello che hanno definito “Social Contract”, un contratto composto da promesse nei confronti degli utenti e di principi in cui affermano di credere.
Il sistema è in circolazione ormai da anni ed è pertanto curioso che solo ora si sia pensato di rendere noti obiettivi e principi di comportamento. Forse, spiega Engadget, lo scopo è dimostrare di non aver perso di vista gli obiettivi, nonostante l’abbandono di Jacob Appelbaum, giornalista e ricercatore di sicurezza informatica, attivista del Tor Project che a giugno di quest’anno ha lasciato la sua posizione a causa di problemi legali legati alla sua vita privata (una denuncia per molestie).
Nei cinque punti del Social Contract si parla di ideali di libertà e nell’ultimo punto in particolare, si afferma: “Non implementeremo mai front-door o back-door nei nostri progetti”. Il riferimento è probabilmente a pressioni da enti governativi che vorrebbero meccanismi per riuscire a identificare utenti del dark web.
L’uso di Tor rende molto complesso tracciare l’attività su Internet dell’utente; è un sistema finalizzato a proteggere la privacy degli utenti, la loro libertà e la possibilità di condurre delle comunicazioni confidenziali senza che vengano monitorate, ma è anche usato per scopi molto meno nobili (scambio di software illegale, pedopornografia, ricerca di droga e armi e quant’altro non si trova su siti quali eBay o YouTube).
Per via del suo utilizzo improprio, Tor è stato più volte preso di mira dall’FBI che ha scovato reti di criminali e terroristi che scambiano materiali e informazioni varie usando l’anonimato. L’ente investigativo di polizia federale degli Stati Uniti d’America è ad ogni modo più volte riuscito a infiltrarsi nel network e individuare utenti che in teoria sarebbero dovuti restare anonimi.