Da tempo circolavano voci di pessimi rapporti tra Tony Fadell e i dipendenti di Nest, azienda che ha co-fondato nel 2011 dando vita a prodotti per la smart home. Era nell’aria che qualcosa alla fine sarebbe accaduto e ora c’è la conferma. Fadell ha lasciato l’azienda della quale era CEO, anche se rimarrà come consigliere in Alphabet (la società che controlla anche Gooogle).
Nest è stata acquistata nel 2014 da Google per 3.2 miliardi di dollari, la terza più importante acquisizione di sempre, tecnologie che dovrebbero consentire di far diffondere servizi destinati a essere utilizzati da milioni di persone in tutto il mondo.
Di Fadell, che proviene da Apple (è spesso definito “il papà dell’iPod”), si vocifera da tempo che abbia un pessimo carattere; irascibile e intrattabile, un ex dipendente a febbraio di quest’anno aveva parlato di Nest come un ambiente gestito malissimo, invivibile, tra continue scadenze rinviate, cambiamenti dell’ultimo minuto, pretese di tempi impossibili che obbligano i dipendenti a lavorare anche di notte e nei weekend.
Problemi con i dipendenti a parte, Nest ha impiegato troppo tempo a rilasciare nuovi dispositivi, alcuni dei quali più volte hanno manifestato problemi. Il sito Hacker News, citando un ex dipendente, aveva parlato del termostato come di “uno spettacolare fallimento nonostante l’unica cosa che dovrebbe fare è consentire di impostare le temperature delle nostre case”. Elementi chiave quali come Greg Duffy e Aamir Virani, creatori di Dropcam, avevano tempo addietro preferito lasciare Nest, anche loro a quanto pare per incompatibilità con la cultura aziendale instaurata da Fadell.
Il nuovo CEO di Nest sarà Marwan Fawaz, in precedenza Chief technology officer della compagnia TV via cavo Charter ed ex dipendente di Motorola Home (produttore di set-top-box e altri dispositivi per la casa). Fadell spiega di lasciare l’azienda con una tabella di marcia di mosse programmate per i prossimi due anni. Resta da capire se chi prenderà il suo posto sarà in grado di rimettere insieme i disastri (d’immagine e non solo) che l’ex amministratore lascia dietro di sè.