Per Samsung il progetto Tizen si sta rivelando più difficile del previsto. Secondo quanto riportato da un approfondito articolo del Wall Street Journal, l’azienda starebbe incontrando sempre maggiori difficoltà non solo a convincere gli operatori a supportare i dispositivi Tizen, ma anche a convincere gli sviluppatori a realizzare applicazioni chiave per il successo del dispositivo.
Il timore di Samsung è quello di diventare semplicemente una vetrina attraverso cui Google possa guadagnare grazie al suo Google Play Store: secondo l’azienda di Seoul il mercato sarà sempre più orientato ai profitti via app ed è difficile continuare a pensare che possa essere possibile ottenere la maggior parte dei propri guadagni dalle vendita hardware.
In questa prospettiva riuscire a produrre un proprio ecosistema come Tizen, che non sia in alcun modo legato a terzi (come lo è invece Android per Google) resta un imperativo per Samsung: l’azienda spende milioni di dollari ogni anno per riuscire a far decollare il progetto, impiegando circa il 60% delle sue risorse di ricerca e sviluppo.
Purtroppo però fino ad oggi molti ostacoli si sono frapposti fra Tizen e il suo debutto sul mercato; in primo luogo la mancanza di applicazioni, al momento solo circa 6 mila, pochissime se paragonate ai milioni che si trovano su App Store e Google Play. Penuria di applicazioni sottolineata dalle difficoltà di Samsung nel convincere gli sviluppatori a supportare una piattaforma ad oggi praticamente sconosciuta.
Inoltre gli stessi partner del progetto, fra cui per esempio NTT DoCoMo e Orange, si sono tirati indietro, giustificando la loro decisione con la scarsa domanda che un dispositivo Tizen possa suscitare sull’attuale mercato, dove aldilà di Android ed iOS sembra non esserci spazio. Samsung dovrebbe mostrare al pubblico i primi prototipi di dispositivi Tizen al prossimo Mobile World Congress che si terrà alla fine di questo mese.