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Tim Cook: «commissione su privacy e sicurezza nazionale»

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Tim Cook vuole una commissione governativa per discutere di sicurezza nazionale, privacy e libertà personali. La richiesta è in un messaggio inviato ai propri dipendenti, una delle ben note e frequenti mail con le quali si rivolge a tutti i lavoratori della Mela per importanti novità.

Nel caso specifico, ovviamente, la ragione della lettera è il caso San Bernardino, sul quale, se possibile, Cook vuol fare maggior chiarezza sulla sua posizione, notissima, e ribadire ancora una volta i motivi che hanno spinto la società a prendere una posizione opposta a quella voluta dal governo.

Nell’email, di cui riportiamo il testo integrale in lingua originale in calce all’articolo, il CEO di Apple ha colto l’occasione per ringraziare tutti i dipendenti per il sostegno che stanno mostrando in questi giorni, arricchito dalle migliaia di messaggi inviati dai clienti di oltre 50 Stati, tra cui quello di uno sviluppatore tredicenne che tiene a cuore la presa di posizione di Apple atta a mantenere la privacy delle generazioni future ed il messaggio di un veterano dell’esercito che ha sottolineato «proprio come la mia libertà, considero la mia privacy un tesoro».

Tim Cook vuole una commissione

Tim Cook ribadisce che rendere pubblico quanto stava succedendo è stata una scelta obbligata in quanto «il caso in questione interessa molto più di un singolo telefono e di una singola indagine», visto che la posta in gioco è molto più alta, riguardando in realtà la sicurezza dei dati di centinaia di milioni di persone che rispettano la legge.

Ad Apple è stata contestata l’eccessiva protezione dei dispositivi, potenziata a partire da iOS 8, che impedirebbe al governo di accedere ai dati contenuti nei dispositivi protetti da un codice PIN. «Ci chiedono di riportare il livello di protezione ai tempi di iOS 7» in pratica un passo indietro, spiega Tim Cook, che la società non intende fare in quanto è anzi necessario continuare su questa strada e stare al passo coi tempi, offrendo sicurezza e protezione della privacy sempre maggiori.

Apple – continua – ha sempre collaborato con il governo, non tollera il terrorismo ed ha sempre fatto tutto ciò che era necessario per aiutare nelle indagini, ma l’FBI vuole più informazioni di quelle che si possono ottenere da un backup dei dati.

In chiusura della lettera arriva forse la parte più importante di tutto il discorso, perchè è anche la parte più nuova e propositiva: secondo CEO di Apple l’FBI deve ritirare le richieste di sblocco degli iPhone, e «come qualcuno del Congresso ha chiesto, istituire una commissione o un organismo costituito da esperti in intelligence, tecnologia e diritti civili per discutere le implicazioni di richieste di questo tipo su indagini giudiziarie, sicurezza nazionale, privacy  liberà personali. Apple sarebbe felice di partecipare a questa iniziativa»

Di seguito la lettera integrale

Oggetto: Thank you for your support

Team,

Last week we asked our customers and people across the United States to join a public dialogue about important issues facing our country. In the week since that letter, I’ve been grateful for the thought and discussion we’ve heard and read, as well as the outpouring of support we’ve received from across America.

As individuals and as a company, we have no tolerance or sympathy for terrorists. When they commit unspeakable acts like the tragic attacks in San Bernardino, we work to help the authorities pursue justice for the victims. And that’s exactly what we did.

This case is about much more than a single phone or a single investigation, so when we received the government’s order we knew we had to speak out. At stake is the data security of hundreds of millions of law-abiding people, and setting a dangerous precedent that threatens everyone’s civil liberties.

As you know, we use encryption to protect our customers — whose data is under siege. We work hard to improve security with every software release because the threats are becoming more frequent and more sophisticated all the time.

Some advocates of the government’s order want us to roll back data protections to iOS 7, which we released in September 2013. Starting with iOS 8, we began encrypting data in a way that not even the iPhone itself can read without the user’s passcode, so if it is lost or stolen, our personal data, conversations, financial and health information are far more secure. We all know that turning back the clock on that progress would be a terrible idea.

Our fellow citizens know it, too. Over the past week I’ve received messages from thousands of people in all 50 states, and the overwhelming majority are writing to voice their strong support. One email was from a 13-year-old app developer who thanked us for standing up for “all future generations.” And a 30-year Army veteran told me, “Like my freedom, I will always consider my privacy as a treasure.”

I’ve also heard from many of you and I am especially grateful for your support.

Many people still have questions about the case and we want to make sure they understand the facts. So today we are posting answers on apple.com/customer-letter/answers/ to provide more information on this issue. I encourage you to read them.

Apple is a uniquely American company. It does not feel right to be on the opposite side of the government in a case centering on the freedoms and liberties that government is meant to protect.

Our country has always been strongest when we come together. We feel the best way forward would be for the government to withdraw its demands under the All Writs Act and, as some in Congress have proposed, form a commission or other panel of experts on intelligence, technology and civil liberties to discuss the implications for law enforcement, national security, privacy and personal freedoms. Apple would gladly participate in such an effort.

People trust Apple to keep their data safe, and that data is an increasingly important part of everyone’s lives. You do an incredible job protecting them with the features we design into our products. Thank you.

Tim

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