In passato ci sono stati contrasti e anche oggi non sembra che ideologicamente i due vadano precisamente d’accordo, ma tutto questo non ha impedito a Tim Cook di aprire il portafogli e donare a titolo del tutto personale un milione a Donald Trump, in particolare al comitato che sta preparando il suo insediamento.
Stando a quanto riferisce il sito di news statunitense Axios, Cook ha indicato la donazione come qualcosa che rispecchia “una grande tradizione americana”, donazione effettuata in nome dello “spirito di unità” che questa tradizione dovrebbe riflettere.
Se la cosa stupisce per le indiscutibili divergenze ideologiche tra Cook, ma volendo anche ta la filosofia storica di Apple, e Trump, a ben guardare non siamo di fronte a nulla di così stravolgente rispetto a quando accaduto recentemente. In particolare di fronte al fatto che siamo prima di tutto di fronte ad una impresa che avrà a che fare con un governo con cui dovrà giungere a patti.
Il CEO Apple era già congratulato con l’imprenditore su X dopo la vittoria di Trump, e a dicembre ha cenato a Mar-a-Lago con il prossimo capo della Casa Bianca. Cook e Trump hanno trovato un accordo anche nel precedente mandato amministrativo e ciascuno dei due, visto che parliamo di una delle più grandi imprese americane e del presidente di quello stesso paese, tutti e due hanno interesse affinché i rapporti continuino.
Non si deve neppure dimenticare che a marzo 2024 è iniziata negli USA la madre di tutte le cause antitrust contro Apple, processo che potrebbe cambiare il futuro della tecnologia similmente a quanto accaduto moltissimi anni fa con la causa contro Microsoft. Trump potrebbe fare la differenza in uno scenario che potrebbe portare a stravolgimenti epocali, che mira a rompere la forte integrazione di Apple tra software, hardware e servizi, scelta che secondo i concorrenti serve a proteggere il suo mercato e impedire una competizione ad armi pari.
A inizo dicembre Donald Trump ha nominato Gail Slate alla guida della divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia USA.
Tornando alle donazioni, queste sono arrivate – ovviamente – non solo d Apple ma anche da Amazon, Meta, Uber, Sam Altman di OpenAI Goldman Sachs, Bank of America, Coinbase, Toyota, Ford, GM, AT&T, Black & Decker e Charter Communications, soggetti vari che hanno a vario titolo interesse a intrattenere buoni rapporti con l’inquilino della Casa Bianca.