Il CEO di Apple, Tim Cook, ha risposto di ad alcune domande di Kara Swisher del New York Times nel corso di un’intervista per un podcast toccando una serie di argomenti di attualità.
L’amministratore delegato di Apple ha parlato dell’app social Parler rimossa dall’App Store dopo evidenti prove che alcuni sostenitori del presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump l’avevano usata per coordinare gli attacchi al Congresso statunitense del 6 gennaio.
Un successivo aggiornamento all’app è stato recentemente rifiutato perché sia Apple, sia Google ritengono pericolosa l’assenza di controlli sui contenuti che è possibile diffondere, continuando a fomentare le violenze.
Tim Cook spera che l’app Parler possa tornare sull’App Store, spiegando che l’azienda lavora per consentire a tutti di essere presenti nell’App Store, non per cacciarli; affinché questo sia possibile, gli sviluppatori di Parler dovranno predisporre meccanismi di moderazione; Cook ritiene ad ogni modo che avere più social network, sia meglio che averne meno”.
Alla domanda sulle fake news che si diffondono e prosperano sui social network, il CEO di Apple sottolinea che l’azienda da lui guidata crede nella “curation”, in altre parole l’organizzazione curata a monte di contenuti come alcuni articoli visibili nell’App Store e Apple News: “Abbiamo redattori umani che selezionano storie importanti”, “consentendo a questi servizi di evitare la diffusione di disinformazione come succede altrove”.
Alcune aree di internet sono diventate per il CEO di Apple “luoghi oscuri” e, senza tenere conto di alcuni aspetti, è inevitabile che la disinformazione si diffonda e cresca. Spiega ancora che gli strumenti usati nella raccolta dei dati per il tracciamento pubblicitario vengono utilizzati anche per scopi di disinformazione e dagli estremisti.
Tra le novità di iOS 14.5, in arrivo a breve, c’è l’App Tracking Transparency, una funzionalità che obbliga gli sviluppatori a chiedere agli utenti se vogliono essere tracciati o meno. Facebook non ha gradito l’arrivo di questa funzione, affermando che avrà “un impatto negativo su molte piccole imprese che stanno lottando per sopravvivere e continuare a garantire servizi online gratuiti”.
Tim Cook non si aspettava le proteste di Facebook (con tanto di pubblicità sui giornali), riferendo che alla fine si tratta semplicemente di dare all’utente la possibilità di scegliere” e, a suo dire, gli argomenti di Facebook non reggono.
Il CEO di Apple ritiene che sia possibile fare pubblicità online e ottenere riscontri “senza bisogno di tracciare le persone a loro insaputa”. Per quanto riguarda Facebook, che considera Apple uno dei suoi principali concorrenti, spiega che ci sono alcune cose sulle quali sono in competizione “ma se mi chiedessero chi sono i nostri principali concorrenti, [Facebook] non sarebbe uno di questi”. “Non siamo nel business dei social network”.
Per quanto riguarda lo scontro con Epic Games, con la causa in tribunale che partirà il 3 maggio, Tim Cook ribadisce quanto già affermato in altre occasioni, ricordando che l’85% degli sviluppatori non paga alcuna commissione, che non viene addebitata alcuna commissione sulla vendita di beni fisici e che il 15% pagato da Prime Video è pagato da tutti i servizi di streaming.
In difesa dei meccanismi di pagamento per gli acquisti in-app, che consente ad Apple di tenere conto di ogni transazione, Tim Cook afferma che questo è fondamentale per rafforzare la fiducia degli utenti. “Penso sia quello che vogliono i nostri utenti”, evidenziando i pericoli in termini di privacy e sicurezza di app store alternativi (non controllati direttamente da Apple).
Il CEO di Apple evidenzia gli sforzi di Apple in termini di cura delle app presentate sull’App Store, evidenziando ad ogni modo che non è certamente un compito facile e qualche problema può sempre capitare (è recentemente accaduto con un’app per Bitcoin). Ogni settimana vengono revisionate 100.000 app e 40.000 vengono rifiutate, “soprattutto app che non funzionano o non funzionano come dovrebbero”, spiega ancora Cook. “Immaginate cosa succederebbe se Apple perdesse il controllo sull’App Store, e senza la possibilità di supervisione dei contenuti”.
Nell’intervista si è parlato anche di Realtà Aumentata e del presunto visore dedicato di Apple in arrivo. Cook non ha ovviamente rivelato nulla ma ha fatto cenno alla possibilità di usare la Realtà Aumentata anche nell’ambito della messaggistica, nei campi della salute, dell’istruzione, dei videogiochi, del commercio al dettaglio, settori che il CEO di Apple vede come punti di riferimento ideali.
A dicembre, Elon Musk ha rivelato che c’è stato un omento nel quale avrebbe voluto vendere Tesla ad Apple a un decimo del valore attuale dell’azienda e che Tim Cook avrebbe rifiutato di incontrarlo. Interrogato sulla questione, l’a.d. di Apple afferma di non aver mai parlato con Elon Musk, ma di nutrire per lui “una grande ammirazione e un grande rispetto per l’azienda che ha costruito”. E ancora: “Penso che Tesla abbia fatto un lavoro straordinario non solo entrando in questo mercato, ma anche rimanendo ai vertici per così tanto tempo nel segmento delle auto elettriche”. Senza rivelare troppo Cook ritiene “centrale” le tecnologie per le vetture a guida autonoma e che “sono molte le cose che è possibile fare con essa”.
Si è parlato poi del momento in cui Donald Trump l’ha chiamato “Tim Apple” e Cook ha approfittato per alcune riflessioni sulla politica americana e i cambiamenti con l’amministrazione Biden, spiegando che lavorerà con quest’ultimo, come ha già fatto sotto la presidenza Trump.
Cook “sogna” che un giorno sarà possibile votare da iPhone. “Gestiamo i nostri conti bancari sui telefoni. Abbiamo i nostri dati sanitari sui nostri telefoni. Abbiamo più informazioni su di noi sul telefono che nelle nostre case. Perché no [anche il voto]? “. Bisognerebbe affrontare tutta una serie di problematiche legate alla sicurezza ma la Mela potrebbe interessarsi al problema, certificando vari aspetti e meccanismi che permetterebbero il diritto di partecipare in maniera più diretta alla vita pubblica e politica con la sempre maggiore diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione in ogni aspetto della quotidianità.
In conclusione, la risposta di Cook sul suo futuro, evidenziando che – probabilmente -non sarà al timone dell’azienda tra dieci anni. “Posso dirti che mi trovo molto bene in questo momento e non ci sono scadenze in vista. Ma dieci anni in più sono un tempo lungo e probabilmente non passerò altri dieci anni [al timone di Apple]”. Cook non sa cosa farà tra dieci anni. “Amo così tanto questa azienda, è difficile immaginare la mia vita senza di essa”.