Per oltre un anno una stalker ha minacciato e ricattato Tim Cook con proposte scabrose, richieste di denaro, fino ad arrivare ad appostamenti e tentativi di introdursi nell’abitazione dell’amministratore delegato di Apple.
La multinazionale di Cupertino ha già ottenuto un ordine restrittivo nei confronti di Julie Lee Choi, questo il nome della stalker che ora evita il rischio concreto di finire in prigione accettando un accordo di distanziamento da Cook della durata di tre anni.
Della vicenda abbiamo già riferito in un articolo nel mese di gennaio di quest’anno, quando le immagini dell’abitazione di Cook a livello stradale e satellitare sono state rimosse sia da Apple Mappe che da Google Maps. Negli esposti presentati da Apple contro la stalker emergono dettagli inquietanti e una esclalation dei toni che faceva temere sviluppi ben più gravi.
Infatti la donna ha inizialmente contattato Cook tramite messaggi su Twitter, arrivando poi a inviare oltre 200 email con richieste di denaro e non solo. La stalker si è spinta oltre registrando false aziende con nomi e ragioni sociali offensive in cui Cook veniva indicato come rappresentate, direttore o mandatario.
In alcuni dei messaggi erano riportate immagini di una rivoltella e di proiettili, e in una delle ultime mail la donna scriveva che la sua pazienza era “quasi finita”. La donna ha anche tentato per due volte di accedere nella palazzina in cui vive Tim Cook,in entrambi i casi allontanata dal personale di sicurezza o dalla polizia chiamata intervenire.
Per le accuse indicate la stalker rischiava il carcere, opzione evitata accettando un accordo presso il tribunale di Santa Clara, come segnala MarketWatch. L’ordinanza del tribunale impone alla stalker di mantenere una distanza di circa 180 metri da Tim Cook per i prossimi tre anni, con il divieto assoluto di comunicare con il dirigente attraverso qualsiasi mezzo elettronico, inclusi email e Twitter.
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