Apple non cambierà sistema per iPhone e se qualcuno non vuole App Store farebbe bene a comprare un Android: è il sunto di quanto dichiarato da Tim Cook al summit DealBook del New York Times del mese scorso, in risposta a tutte quelle persone scontente di App Store.
In particolar modo l’amministratore delegato di Apple si riferisce agli sviluppatori che giorno dopo giorno si dichiarano sempre più scontenti dal sistema di Apple perché sono costretti a pagare fino al 30% di commissioni per ogni transazione che passa attraverso il suo negozio di app.
Per alcune aziende come Epic Games, che guadagna milioni di euro col videogioco Fortnite, significa dover versare un sacco di soldi nelle casse di Apple, ed è il motivo principale per cui molte di loro hanno chiesto di permettere agli utenti di scaricare app da altri negozi nello stesso modo in cui è possibile fare su Android attraverso il supporto degli store di terze parti (tramite il processo conosciuto tecnicamente con il termine sideloading che consente di scaricare e instllare app non verificate da Internet).
«Se volete fare il sideload, potete comprare un telefono Android. E’ una possibilità che esiste e se questo per voi è importante, allora dovreste prendere in considerazione questa idea» ha spiegato Cook rispondendo alle insistenti domande sulla questione App Store.
Per rafforzare risposta e ragionamento il CEO Di Apple ha inoltre aggiunto un paragone forse un po’ fuorviante, sostenendo in sostanza che «Sarebbe come se producessimo automobili e dicessimo ai nostri clienti di non mettere l’airbag e le cinture di sicurezza durante la guida», anche se forse sarebbe stato più calzante dire di poter sostituire una o più componenti con quelle prodotte da aziende di terze parti.
«Nessuna azienda automobilistica penserebbe mai di dire una cosa del genere al giorno d’oggi. Sarebbe troppo rischioso. Di conseguenza non sarebbe un iPhone se non massimizzasse la sicurezza e la privacy».
Cook continua così a difendere strenuamente App Store e l’impossibilità di soluzioni alternative per l’installazione delle app in stile Android, motivando il tutto con la questione sicurezza, soprattutto in un momento in cui in USA la legislazione antitrust bipartisan sta gradualmente prendendo piede, come rileva MacRumors. Anche Craig Federighi, responsabile software di Apple, ha recentemente definito il sideloading come «il migliore amico dei criminali informatici», evidenziando i potenziali pericoli che ci sono dietro l’installazione di qualsiasi software reperibile online.
L’argomento in effetti è delicato perché se è vero che da una parte c’è la sicurezza, dall’altra c’è anche la libertà di poter fare ciò che si vuole con un prodotto regolarmente acquistato e di cui se ne detiene completamente la proprietà.