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Tim Cook scrive al Senato USA per far inasprire le norme sulla privacy

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Il CEO di Apple, Tim Cook, ha inviato una lettera al Senato degli Stati Uniti a sostegno ancora una volta di severe normative sulla privacy a livello federale.

Lo riferisce il sito Macrumors spiegando che la lettera sembra essere una risposta a una proposta di legge bipartisan (“American Data Privacy and Protection Act”) per delineare le tipologie di dati che le aziende possono raccogliere dagli utenti e le modalità d’uso degli stessi.

La lettera del CEO di Apple è indirizzata a Maria Cantwell (Membro del Partito Democratico, rappresentatnte dlelo Stato di Washington al Senato), al Presidente della Commissione per il commercio, la scienza e i trasporti del Senato, a Frank Pallone (membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato del New Jersey), e al Presidente del Sottocomitato della Camera per l’energia e il commercio.

Nella lettera, Cook riferisce che Apple continua a sostenere gli sforzi a livello federale per definire severe normative a tutela della privacy per i consumatori, aggiungendo che Apple è incentivata dalle proposte sostenute dai capigruppo del Senato, ribadendo che l’azienda lui guidata ritiene la privacy “un diritto umano fondamentale”.

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“Siamo consapevoli che vi sono questioni in sospeso da risolvere”, scrive Cook, “ma i punti di convergenza sembrano di gran lunga superiori alle differenze di vedute”. “La vostra proposta fornirebbe sostanziali protezioni ai consumatori e scriviamo per offrire il nostro forte sostegno al raggiungimento di questo obiettivo”. “Con il vostro lavoro, e l’invito del Presidente Biden per garantire una migliore privacy dei minori, gli americani sembrano essere più vicini che mai nell’ottenere significative tutele della privacy”.

“In Apple”, scrive ancora Cook, “riteniamo la privacy un diritto umano fondamentale. È per questo abbiamo costantemente sostenuto una legislazione completa sulla privacy, e fornito il nostro contributo dove possibile. È anche per questo che creiamo sempre prodotti e funzionalità che per default proteggono gli utenti e le loro informazioni”. “Facciamo questo riducendo al minimo i dati che raccogliamo, elaborando più dati possibile direttamente sul dispositivo dell’utente, offrendo all’utente trasparenza sui dati che vengono raccolti,  controlli su come usarli, e costruendo robusti sistemi per proteggere i dati degli utenti con tutti i nostri prodotti e servizi”.

E ancora: “Sebbene in Apple continuiamo a innovare e sviluppare nuove modalità per proteggere i dati degli utenti, solo il Congresso può mettere in pratica severe normative sulla privacy per tutti gli Americani. Con la continua mancanza di norme così importanti, con tinueremo ad avere un coacervo di diritti inerenti alla privacy, lasciando troppi vuoti su rigorosi standard che speriamo invece ottenere, come conseguenza del vostro lavoro”.

“Vi esortiamo vivamente ad andare avanti per ottenere prima possibile una normativa di ampio respiro sulla privacy”, conclude Cook, “e siamo pronti a contribuire a questo processo nei prossimi giorni”.

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