Tim Cook è un campione della liberà di parola. Lo riconosce e lo certifica il conferimento, avvenuto ieri, del Free Expression Award al CEO Apple, da parte del Newseum di Washington, una istituzione che mira a far comprendere l’importanza e a difendere la libertà di espressione e le libertà indicate nel Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
Prima della premiazione il CEO e editore del Washington Post, Fred Ryan, ha presentato l’amministratore delegato di Apple, è stato trasmesso un filmato per celebrare i risultati di Cook e Apple, mostrando in breve parte del discorso per i laureandi alla George Washington University, un brano dell’intervista con ABC News sulla questione dell’iPhone 5c dell’attentatore di San Bernardino, e frammenti di varie aperture di Apple Store.
“Sono molto grato per il premio e lo accetto stanotte in nome di tutti in Apple” ha detto Cook scherzando sul fatto di essere l’unico in sala a leggere da un iPad.
Nel suo breve discorso di ringraziamento, Cook ha parlato delle difficoltà di adeguare i capisaldi contenuti nel Primo Emendamento alla tecnologia moderna, osservando che i Padri fondatori non avevano in mente sviluppatori di app o altri moderni artisti, quando hanno stabilito le basi dell’ideologia Americana.
“Sappiamo che tali libertà richiedono protezione” ha detto Cook a proposito del Premio Emendamento; “non solo le forme del linguaggio che ci fanno divertire ma anche quelle che pongono delle sfide. Quelle che ci innervosiscono e anche quelle che ci recano dispiacere. Sono quelle che richiedono più protezione; non è un caso che queste libertà siano contemplate e protette dal Primo Emendamento. Costituiscono le fondamenta di molti nostri diritti”.
“È una responsabilità che Apple prende molto sul serio” ha detto ancora Cook. “Prima di tutto difendiamo, lavoriamo per difendere queste libertà consentendo alle persone in tutto il mondo di parlare; e secondo, lo facciamo parlando a noi stessi, perché le aziende possono e dovrebbero avere dei valori”.
Apple è da tempo diventata una voce senza peli sulla lingua quando si tratta di scendere in campo per battaglie concernenti la sicurezza dei dati, consapevolezza ambientale e diritti umani. Recentemente l’azienda ha apertamente denigrato la revoca di Trump sulle linee guida federali che permettono nelle scuole pubbliche ai ragazzi di usare i bagni e gli spogliatoi corrispondenti all’identità di genere prescelta, una battaglia per la quale l’azienda ha combattuto a lungo. All’inizio dell’anno Apple ha preparato e sottoscritto un documento presentato alla Corte di Appello del nono circuito, a supporto degli stati che hanno per primi chiesto il blocco dell’ordine esecutivo di Trump contro l’immigrazione.
Il Newseum, che si concentra nella sua esposizione sulla libertà di parola e stampa; il diritto di riunirsi pacificamente; e il diritto di appellarsi al governo per correggere i torti, mediante una serie di esposizioni interattive aveva annunciato a febbraio l’intenzione di assegnare il premio a Cook per avere usato pubblicamente il suo ruolo e “esprimersi pubblicamente” su questioni quali: uguaglianza razziale, privacy, ambiente, diritti LGBT e altro ancora. Oltre a Tim Cook, riconoscimenti sono stati assegnati anche a: John Lewis (deputato afroamericano), Kristina Arriaga de Bucholz (direttore esecutivo del Becket Fund for Religious Liberty), Martha Raddatz (giornalista di ABC News), Hugh Hefner (fondatore di della rivista Playboy ma anche creatore di un premio “per onorare le persone che hanno dato contributi significativi nella tutela e valorizzazione dei diritti del Primo Emendamento americano”) e Christie Hefner (ex editrice e imprenditrice statunitense, primogenita del creatore di Playboy Hugh Hefner).