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Centinaia di amministratori delegati, direttori generali, presidenti e altri dirigenti di grandi aziende statunitensi, hanno firmato una lettera aperta per chiedere al Presidente Donald Trump di lasciare intatto il provvedimento in tema di immigrazione noto come Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca), voluto dal predecessore Barack Obama che impedisce l’espulsione degli immigrati privi di permesso di soggiorno che entrarono negli USA da bambini.
Il programma protegge i giovani adulti arrivati negli Stati Uniti anni addietro, i cosiddetti “Dreamers”, garantendo loro “opportunità base di lavorare e studiare senza il rischio di essere espulsi”.
Tra i firmatari della lettera c’è il CEO di Apple Tim Cook, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg, il CEO di Microsoft Satya Nadella, il CEO di Netflix Reed Hastings, il CEO di Google Sundar Pichai ma anche Laurene Powell Jobs dell’Emerson Collective (organizzazione per le riforme fondata dalla vedova di Steve Jobs che è anche la Presidente) e tanti altri.
Il Congresso (controllato dai repubblicani) sta rivedendo il programma e non è chiaro quale siano le intenzioni di Trump. Nella lettera Cook e altri chiedono al Presidente di mantenere il Daca affermando che l’economia statunitense perderebbe centinaia di miliardi di dollari se lavoratori e studenti ora protetti dal provvedimento fossero oggetto di espulsione. Si stima che siano circa 800.000 le persone che potrebbero essere colpite dal provvedimento.
“La nostra economia perderebbe 460,3 miliardi di dollari di Pil e 24,6 miliardi di contributi” di vario tipo, si legge nella documento pubblicato sul sito FWD.us, un gruppo dedicato alla riforma dell’immigrazione fondato dal Ceo di Facebook. “Io sto con i Dreamers” ha scritto Zuckerberg in un post su Facebook; “i giovani portati nel nostro Paese dai loro genitori”. E ancora: “Abbiamo bisogno di un governo che protegge i Dreamers” perché “quelle giovani persone rappresentano il futuro della nostra nazione e della nostra economia”.