È stato forse il momento più commovente, quello più vero. Al termine di più di un’ora di dibattito a Firenze in cui Tim Cook ha veramente messo a nudo la sua storia e risposto alle domande degli studenti selezionati dal progetto “Un quotidiano in classe” dell’Osservatorio permanente giovani-editori di Andrea Ceccherini che hanno toccato tantissimi temi (dalle tecnologie a come si fa a lavorare per Apple, dai “dreamers” al futuro delle intelligenze artificiali), ecco che arriva il tema forte, personale, straordinario.
Una delle domande, moderate dalla giornalista Maria Latella, è arrivata da uno studente emozionato ma chiaro: “È stato difficile andare avanti dopo che Steve Jobs se n’è andato? Ha mai sentito di aver fallito?”.
Per Tim Cook, che ha sempre risposto con grande disponibilità e attenzione a chiarire gli aspetti impliciti e forse non chiari per tutti i ragazzi e le ragazze in sala, la cosa è chiara e l’emozione del carattere pacato di uomo del Sud degli Stati Uniti è ancora una volta venuta fuori.
«Quando Steve mi ha detto che voleva che facessi il Ceo dell’azienda e lui il presidente con incarichi più leggeri e strategici, mancavano sei settimane alla sua morte. Non lo sapevamo, ma quando è diventato più chiaro ci siamo riparlati. Abbiamo lavorato assieme per tanti anni il consiglio che mi ha dato è venuto dall’esempio di quello che è successo nella Disney quando morì il fondatore Walt Disney. Si congelarono tutti, nessuno sapeva più cosa fare, tutti si chiedevano cosa avrebbe fatto Walt. Lui mi disse di fare quel che era necessario fare per il bene dell’azienda, non di pensare a cosa avrebbe fatto lui».
La risposta di Cook va avanti: «Non era un consiglio ma un vero e proprio ordine. Di cui ho sempre sentito il peso sulle spalle. Ma è anche stato il più grande investimento che sia mai stato fatto su di me in tutta la mia vita ed è un consiglio che ho sempre seguito».
C’è di più: il tema del fallimento, il timore di non fare bene. «Fallisco? Certo che fallisco, ogni giorno. Fallire è parte della vita e del mondo. Sbagli tu, sbaglia qualcuno dei tuoi, o semplicemente le cose non funzionano. Io ho il mio mantra. So già che fallirò, ma questo non vuol dire che sia la fine. Invece, mi ripeto: “Questo passerà, questo passerà”. E ti garantisco che lo farà. Ho sempre creduto così in tutta la mia vita, una crisi dopo l’altra. Anche questo passerà. E fino a oggi ho sempre avuto ragione».
«Non ho paura – dice Cook – del fallimento perché so che fallirò, magari non oggi o domani, ma succederà. Ma non è finale. Non lo è mai. Passerà, te lo garantisco».
Enjoyed talking with the bright students from the Osservatorio program in Firenze today. Great questions- Grazie e a presto! pic.twitter.com/z9fB2d4OQb
— Tim Cook (@tim_cook) October 13, 2017