Un Cook assolutamente determinato e con un atteggiamento diverso da molte altre aziende americane sulla tematica della privacy. È questo quel che emerge da una intervista realizzata dal The Telegraph al CEO Apple e incentrata proprio intorno alla privacy.
Cook ha spiegato che è del tutto evidente l’esistenza di un vasto traffico di informazioni che riguardano le persone, qualcosa che la sua società ha sempre aborrito. Al momento secondo Cook i consumatori “non comprendono appieno cosa sta succedendo” ma un giorno diventeranno consapevoli “e saranno molto offesi”.
A detta di Cook “nessuno di noi dovrebbe accettare che i governi, società o chiunque altro abbiano accesso a informazioni private. È un diritto umano basilare. Tutti abbiamo diritto alla privacy e non dobbiamo rinunciare a essa”. E ancora: “Non dobbiamo farci prendere dal panico o permettere di stabilire regole a chi fondamentalmente non conosce i dettagli”.
Il CEO di Apple parla anche dei vari attacchi alla privacy resi noti negli ultimi anni: “La storia ci ha insegnato come che le violazioni sulla privacy hanno portato a conseguenze molto pesanti. Non c’è bisogno di guardare molto indietro o essere uno storico per capire queste cose, sono evidenti”.
Per quanto riguarda chi vorrebbe smantellare le varie norme sulla privacy per combattere il terrorismo, Cook spiega: “Tutti abbiamo il dovere di fare quanto possibile per combattere questi folli, persone che non dovrebbero esistere e andrebbero eliminate”. Il CEO di Apple non è ad ogni modo disposto a scendere a compromessi sulla privacy in nome dell’antiterrorismo, evidenziando come le persone in questione usino strumenti di cifratura non controllabili dai governi di Stati Uniti o del Regno Unito. Costringere Apple a rilasciare dati degli utenti non servirebbe in nessun modo a proteggere i consumatori. “I terroristi usano sistemi di cifratura. Sanno quello che fanno”, evidenziando il pericoloso di mettere a rischio i dati “del 99.99% di persone” che non hanno nulla a che fare con questa gente.
La privacy è un argomento sacrosanto per Apple e Cook spiega l’azienda da lui guidata è pronta a fare battaglia sulla questione. “Eliminare la privacy non solo non risolve il problema del terrorismo, è qualcosa che va contro i diritti umani, con relative rilevanti conseguenze”.
“Apple guadagna se l’utente acquista uno di questi” (puntando un iPhone), “questo è il nostro prodotto; tu (il consumatore), non sei un prodotto. Abbiamo progettato i dispositivi affinché tengono conto solo minimamente delle informazioni che riguardano i nostri clienti”. Questo significa anche che dal punto di vista strategico si ottengono meno profitti, almeno a breve termine, non potendo vendere informazioni a nessun altro, una scelta che, a detta di Cook, è nel DNA di Apple. “La vita non è fare solo soldi, la vita è anche fare le cose nel modo giusto, un valore che è da sempre un punto fermo della nostra società”.
La posizione di Cook e Apple è piuttosto diversa fa quella di Facebook e altri colossi USA che in materia di privacy sono molto meno intransigenti ed è completamente diversa dall’opinione di David Cameron e altri governanti di varie parti del mondo che ritengono sia necessario incrementare il monitoraggio per combattere criminalità e terroristi, senza ascoltare le preoccupazioni dei cosiddetti “civil libertarians” (attivisti in materia di diritti civili che si occupano, ad esempio, della libertà di espressione).