Tim Cook e l’Italia, Apple e l’Italia, hanno una connessione più profonda di quel che si è portati a pensare perché il nostro Paese, con le sue tradizioni e la cultura dell’armonia, è alla base della cura del design intenso come senso estetico e come capacità di soddisfare il bisogno della società. È questo uno dei concetti fondamentali che Cook esprime in un articolo che ha scritto per il Corriere della Sera, a margine dell’incontro che martedì 17 ottobre a Firenze, ha avuto con i giovani studenti del “Quotidiano in Classe” per i 18 anni dell’Osservatorio.
«Ogni volta che visito l’Italia – scrive Cook – mi ricordo il perché tutti noi di Apple ci sentiamo così a casa qui. Condividiamo la passione italiana per il grande design e per l’artigianato, l’attenzione per quel dettaglio fondamentale che fa sì che l’intero design funzioni alla perfezione, lo renda magico. Possiamo tornare indietro di secoli, al Rinascimento, all’antichità e possiamo trovare il design italiano al crocevia di ciò che oggi chiamiamo «tecnologia» e arti liberali, al crocevia tra la forma, la funzione e l’ispirazione»
Cook poi elogia il concetto del grande artigianato e dell’arte italiana: «Dimostra che l’eccellenza significa fare ciò che è migliore, non ciò che è più comune» e sottolinea come il motore di questo concetto sia «l’istruzione che permette al potenziale e all’immaginazione di fiorire ovunque essi sorgano».
Cook non manca di ricordare come all’istruzione nel nostro paese Apple fornisca un contributo: «Lavoriamo con l’Università di Napoli, come parte del nostro Developer Academy, dove gli studenti apprendono nuove capacità, tra cui il coding. I membri della prima classe di laureati stanno entrando nel mondo del lavoro come sviluppatori e imprenditori».
Essere istruiti, imparare a discutere sé stessi e il mondo, è alla base del progresso, spiega Cook «Dobbiamo incoraggiare la prossima generazione a mettere in discussione le idee che vengono presentate loro, incluse quelle presentate proprio da noi, per capirne il significato e il motivo della loro esistenza. Soprattutto per essere instancabili inseguitori della verità. Più di ogni altra generazione nella storia, quella dei giovani d’oggi deve imparare e utilizzare queste capacità, per aiutare la società ad essere intellettualmente onesta».
Cook fa un cenno, implicito anche alle Fake News, tema del suo incontro a Firenze, quando dice che «Si deve discutere basandosi su l’oggettività dei fatti, non su fatti alternativi. Ecco perché l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori è aperto a differenti prospettive e si basa su giornalismo di qualità, perché l’informazione affidabile è davvero essenziale».
L’intero articolo di Cook si può leggere sul Corriere della Sera a questo indirizzo. Ricordiamo che Macitynet era presente all’incontro di Firenze e ha pubblicato una serie di articoli in merito:
– Tim Cook agli Uffizi di Firenze
– Tim Cook e l’eredità di Steve Jobs. Non abbiate paura del fallimento. Passerà
– La tecnologia? E’ una questione di umanità
– Il mondo sarà meraviglioso grazie alla realtà aumentata.