Tim Cook non potrebbe essere mai al posto di Zuckerberg. Non al suo posto, almeno, in rapporto alla situazione in che si è creata intorno alla questione Cambridge Analytica, È lo stesso Cook a dirlo in una intervista rilasciata a Msnbc, la cui messa in onda è prevista il 6 aprile.
Apple, ha detto Cook – come si legge su Macrumors – ha una enorme considerazione della privacy dei suoi clienti e quindi crede che sia ci dovrebbero essere regole stringenti per aziende come Facebook quando si tratta din raccogliere enormi quantità di dati per creare profili dettagliati che consentono di conoscere informazioni di tutti i tipi sugli utenti. ”È giunta l’ora per una serie di persone di pensare a cosa può essere fatto” ha detto il CEO di Apple. “Per me è chiaro che qualcosa, un cambiamento sostanziale, sia necessario”. “Non sono personalmente un grande sostenitore delle normative perché a volte queste portano a conseguenze inattese, ma ritengo che in questo determinato caso il problema è così grave e diventato di proporzioni così ampie da rendere probabilmente necessari disciplinamenti ben ideati”.
Alla domanda che cosa avrebbe fatto se fosse stato al posto di Zuckerberg, la stoccata: «Non mi sarei potuto trovare in quella situazione”, riferendosi ovviamente al fatto che Apple non potrebbe mai collocare il suo CEO in quella stessa posizione. L’utente per Apple non è un prodotto, «non facciamo soldi vendendo i dati degli utenti. La privacy è un diritto umano, un diritto civile. Potremmo fare soldi a palate vendendo i dati degli utenti se questi fossero i nostri prodotti. Non abbiamo intenzione di trafficare nella vita privata degli utenti”.
La curation (raccolta, ordinamento e condivisione dei dati, ndr) è altresì importante e questa è una delle mosse che a detta di Cook, Facebook ha sbagliato. “Noi ci occupiamo della curation – ha spiegato Cook – non permettendo il porno sull’App Store e discorsi di incitamento all’odio sull’App Store, guardando ogni dettaglio dell’app (“fa esattamente quello che dice di fare?”). Il CEO di Apple suggerisce agli utenti di leggere e comprendere le policy sulla privacy di app e siti web frequentati, sfruttare la modalità di navigazione privata dei browser e pensare anche al blocco dei cookie.