In una rara e lunga intervista TV Tim Cook parla a ruota (quasi) libera di tutto: dello sviluppo di Apple Watch durato 3 anni, del posticipo voluto di un iPhone con schermo grande, dell’eredità di Steve Jobs e del suo ufficio in Apple lasciato intatto, della nuova multinazionale della Mela, diversa e più aperta rispetto all’era Jobs con un accenno infine, naturalmente, ai nuovi prodotti in arrivo.
Nella lunga intervista TV concessa da Tim Cook al giornalista Charlie Rose di PBS si apprende che Apple Watch è stato in sviluppo per 3 anni, confermando così le indiscrezioni iniziali riportate dal New York Times proprio nel 2011 sull’inizio lavori di Apple su di un orologio smart. Il posticipo tra presentazione e lancio nel 2015 è voluto da Apple anche per dare tempo agli sviluppatori di creare app dedicate, così come avvenne per iPad e per l’annuncio di lancio di App Store per iPhone.
In un punto Cook dichiara che Apple Watch può memorizzare canzoni e che potrà riprodurle su auricolari senza fili, lasciando così immaginare nuovi ipotetici auricolari Apple wireless. Interessante notare che, pur non essendoci stati cenni durante il Keynote di presentazione, Cook nell’intervista TV ha sottolineato le funzioni per benessere e salute di Apple Watch, che permetterà di interagire direttamente con il proprio dottore, prospettando ulteriori novità in questo campo, sicuramente in abbinamento con HealthKit, quando Apple Watch sarà lanciato nei negozi nel 2015.
Naturalmente Tim Cook parla anche dei nuovi iPhone spiegando che Apple avrebbe potuto lanciare smartphone con schermi più grandi diversi anni fa ma che ha volutamente posticipato il rilascio per fornire la migliore soluzione possibile tra hardware, software e servizi, per permettere agli utenti di continuare a usare iPhone 6 e iPhone 6 Plus con una sola mano. “Non si è trattato di fare un telefono più grande. Ma di fare un migliore telefono sotto ogni punto di vista”: le dichiarazioni di Cook risultano così una risposta diretta a chi ritiene che in questo caso Apple abbia copiato Samsung creando un phablet, idea alla base dello spot della multinazionale coreana rilasciato nel corso del weekend.
Dall’intervista TV si apprende inoltre che l’ufficio di Steve Jobs nella sede di Apple a Cupertino è stato lasciato esattamente come Jobs lo lasciò l’ultima volta che vi ha lavorato. Parlando dello scomparso co-fondatore di Apple, Cook dichiara di aver sperato fino all’ultimo in un miglioramento e nella guarigione di Jobs, speranza infranta quando fu chiamato nell’agosto del 2011 dallo stesso Jobs per incaricarlo della successione nel ruolo di Ceo. Riferendosi a Jobs, Cook ha dichiarato che “Lui è nel mio cuore e nel DNA di Apple” e che il suo spirito sarà sempre alle fondamenta della società.
Dopo l’era di Jobs, Cook ammette che ora Apple è diversa, più aperta e che la collaborazione annunciata con IBM non ci sarebbe stata sotto la guida del co-fondatore. Dopo aver ammesso che Cupertino non ha piani per diventare un social network e che Google e non Samsung è il concorrente principale della Mela, Tim Cook offre i consueti, vaghi indizi sui nuovi prodotti in arrivo: “Ci sono prodotti su cui stiamo lavorando di cui nessuno conosce nulla, nemmeno i rumor” sfatando così il credo ormai comune che tutto o quasi di Apple in arrivo è già noto anzitempo grazie alle anticipazioni da media e web.