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La minuziosa integrazione tra hardware e software di Apple sarà la chiave di successo di HomePod: è stato così con il Mac, poi con iPod e poi ancora con iPhone e tutti gli altri prodotti di Cupertino, e secondo Tim Cook la storia si ripeterà anche con il nuovo speaker smart in commercio dal 9 febbraio.
In una intervista al Financial Post il CEO di Apple ha espresso i suoi dubbi sull’effettiva efficacia del business che Amazon e Google stanno cercando di costruire con la commercializzazione dei propri altoparlanti smart. Dove Cook non sarebbe convinto è nella strategia di diffusione degli assistenti virtuali, integrati sì in Amazon Alexa e Google Home, ma anche offerti in licenza ai produttori terze parti.
In breve Tim Cook sostiene che è difficile cercare di emergere con i propri prodotti quando le stesse tecnologie integrate in essi sono concesse in licenza alle aziende di terze parti e perciò di conseguenza in prodotti con cui entrano automaticamente in competizione. D’altronde la strategia di Apple è da sempre proprio quella di operare in una sorta di giardino recintato, senza concedere cioè alcuna tecnologia in licenza a terzi per operare direttamente su hardware e software e mantenere parallelamente il pieno controllo sull’esperienza d’uso dei prodotti.
Infine come più volte segnalato dai dirigenti Apple fin dalla presentazione durante la WWDC 2017 a giugno, HomePod si distingue dalla maggior parte degli speaker smart in circolazione per una qualità audio elevata. Un mantra ripreso anche in questa intervista dal Ceo di Cupertino «Pensiamo che una cosa che mancava a questo mercato era una esperienza audio di qualità, una esperienza audio molto coinvolgente» concludendo «La musica merita questo tipo di qualità e non un suoni cigolanti».