Se qualcuno dubitava che qualche cosa fosse cambiato nell’atteggiamento intransigente e inflessibile che Apple ha mantenuto nella complessa vicenda che la oppone a Samsung (e altri concorrenti), dovrebbe avere cambiato opinione dopo le dichiarazioni rilasciate da Tim Cook nel corso della giornata di ieri, a margine dei risultati fiscali. L’amministratore delegato di Apple, rispondendo ad una esplicita domanda di un analista, ha infatti confermato di non amare le contese in tribunale anzi di averle «sempre odiate» e di continuare continuo ad odiarle. «Non vogliamo – ha poi aggiunto Cook – essere gli inventori del mondo, ma vogliamo però che ciascuno si inventi le sue di cose».
Non siamo al ramoscello di ulivo nei confronti della pletora di realtà che sono finite nel mirino di Apple con l’accusa di avere copiato iPhone e iOS, ma la netta impressione è che siamo, in ogni caso, molto distanti dalla guerra termonuclerare che Jobs voleva scatenare contro Android al punto da «spendere tutti i soldi che Apple ha in banca e di combattere fino all’esalazione dell’ultimo respiro» per far cessare quella che il defunto ex CEO riteneva una vera e propria rapina delle proprietà intellettuali della sua azienda.
Secondo diversi osservatori, Cook in questo momento è infatti impegnato a trovare una via d’uscita da una contesa che assorbe energie e denaro e che potrebbe non avere un punto finale se non tra anni, quando probabilmente i presupposti su cui è nata saranno del tutto obsoleti. Nei giorni scorsi si è anche avuta notizia di un confronto tra legali Apple e Samsung per provare a chiudere in maniera mediata la vicenda. Il giudice ha chiesto alle due parti di verificare la possibilità di chiudere la querelle ed entro 90 giorni dovrebbe arrivare una risposta.