Lu Wei, il capo del dipartimento pechinese che si occupa di “disciplinare” il web in Cina (in poche parole la persona a capo dei meccanismi di censura che bloccano Facebook, Twitter e altri siti occidentali), ha incontrato il CEO di Apple Tim Cook, l’amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg e il capo di Amazon Jeff Bezos, nel corso di un suo viaggio in California.
Non è chiaro di cosa hanno parlato Lu e Cook. In una fotografia si vede ad ogni modo Lu Wei tenere in mano un orologio da polso: probabile omaggio di un Apple Watch (modello con cinturino Sport Band) da parte di Cook. Apple ha una relazione complessa con la Cina, un mercato nel quale è enormemente cresciuta negli ultimi anni.
Il mercato della Cina è il più importante per la Mela, secondo solo a quello degli USA come potenziale volume di vendite, e quello a più rapida crescita. Vi sono stati in alcuni periodi incomprensioni con il governo locale; Apple è abilmente riuscita sempre a cavarsela, benché in alcuni casi abbia dovuto ritardare l’uscita di alcuni prodotti e servizi. Il governo cinese è sospettato di essere al centro di un attacco man-in-the-middle ai danni di iCloud, intercettando le comunicazioni degli utenti del paese. Un problema talmente serio per il quale Cook si è a suo tempo recato in Cina per incontrare il vicepremier Ma Kai, con il quale si sono svolti incontri riportati come “aperti” e cordiali. Venerdì 17 ottobre sono arrivati in Cina gli iPhone 6 e 6 Plus, con un mese di ritardo rispetto ad altre nazioni.
Mark Zuckerberg di Facebook si è fatto trovare con una copia di “The governance of China” sulla scrivania, opera edita dal Partito Comunista cinese che raccoglie discorsi e pensieri del presidente Xi Jinping. Il CEO del noto social network avrebbe riferito di aver comprato diverse copie del volume per i colleghi (“voglio che comprendano il socialismo con caratteristiche cinesi”). L’ammirazione per il libro di ha suscitato critiche dagli attivisti dei diritti umani in Cina. Hu Jia, noto attivista, ha parlato di Zuckerberg “in ginocchio di fronte al regime”, concludendo che è forse un genio del web ma che di politica cinese capisce “quanto un bimbo di tre anni”.