Sull’incontro tra Tim Cook e Macron avvenuto ieri all’Eliseo abbiamo già riferito: il Ceo di Apple e il Presidente francese hanno parlato di tasse, educazione, finanziamenti per le startup e altro ancora. Grazie ad alcune dichiarazioni rilasciate da funzionari governativi però si apprende che questo colloquio rappresenta un primo passo verso un regime di tassazione diverso per i colossi IT nell’Eurozona.
Tim Cook e Macron non hanno parlato delle dispute legali in corso relative a tasse arretrate, ma l’amministratore delegato di Apple non ha respinto le argomentazioni sostenute da Macron per quanto riguarda la possibile adozione in futuro di un principio di tassazione diverso.
Ora i colossi IT concentrano il fatturato generato in diversi paesi dell’Unione in filiali che risiedono in Irlanda, Olanda, Lussemburgo o in generale in paesi in cui godono di una imposizione fiscale vantaggiosa. Nel colloqui di ieri invece Macron ha ribadito il suo sostegno per le società tecnologiche, contemporaneamente però ha ricordato la necessità che queste ultime contribuiscano di più al bene comune dei paesi in cui operano, pagando le tasse dove vengono effettuate le vendite.
Secondo i funzionari francesi riportati da Bloomberg nel colloqui tra Tim Cook e Macron, il Ceo di Cupertino ha ammesso che le leggi fiscali nel mondo stanno cambiando verso una tassazione in cui le società pagano le tasse dove il denaro viene effettivamente guadagnato. Quindi non più in base ai principi di competenza e di struttura societaria interna che fino a oggi hanno reso possibile, insieme a diverse scappatoie perfettamente legali, alla maggior parte dei colossi non solo IT di godere di imposizioni fiscali particolarmente vantaggiose, impossibili invece per le aziende più piccole che non operano su scala multinazionale.
Ricordiamo che non solo la Francia di Macron ma anche Germania, Italia e Spagna sostengono già da tempo la necessità di una riforma fiscale a livello europeo per le multinazionali, obiettivo che è stato sostenuto a più voci dai rispettivi ministri delle finanze durante l’ultimo incontro a Tallinn in Estonia a settembre.