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Tim Cook contro Trump: «Proteggere chi è entrato in USA come clandestino da minore»

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Ancora Tim Cook contro Trump. Il CEO di Apple domenica ha pubblicato un tweet a difesa dei cosiddetti “dreamers”, persone che beneficiano di una disposizione di Obama che protegge coloro che sono entrati illegalmente nel paese perché portati da minori, una politica che il nuovo presidente vuole smantellare.

Il tweet arriva dopo che lui e altri 300 manager hanno chiesto al presidente Donald Trump, di “preservare il programma Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca)” che l’amministrazione potrebbe terminare. Voluto nel 2012 da Obama, questo consente agli immigrati senza permesso, entrati da bambini nel Paese, di evitare il rimpatrio e ricevere un permesso di lavoro biennale e rinnovabile.

“Sono dalla loro parte” ha scritto Cook; “meritano il nostro rispetto da pari a pari e una soluzione che trova le radici nei valori Americani”.

Il programma Dream Act, si spiega nella lettera inviata a Trump e resa pubblica, permette a quasi 800.000 ‘Dreamers’ di avere l’opportunità di lavorare e studiare senza la minaccia del rimpatrio”, spiegando che tutte le persone protette dal Daca sono cresciute in America e pagano le tasse. Il 97% di questi studia o lavora, il 5% ha aperto una sua attività, il 65% ha acquistato un veicolo, il 16% la prima casa. Circa il 72% delle prime 25 aziende elencate nella classifica di Fortune hanno dipendenti che lavorano grazie all Daca.

Tim Cook contro Trump

Secondo i manager che hanno sottoscritto la lettere, il Daca farebbe perdere all’economia “460,3 miliardi di dollari al Pil e 24,6 miliardi di dollari in contributi per la Social Security e il Medicare” (due programmi di assistenza e assicurazione medica).

Oltre a Cook e Zuckerberg, tra i firmatari ci sono anche Jeff Bezos (CEO di Amazon), Sundar Pichai (CEO di Google) e Satya Nadella (CEO di Microsoft). Nel frattempo il repubblicano Paul Ryan, speaker della Camera, ha invitato Trump a non cancellare il programma: “Non credo che dovrebbe farlo. Credo che si tratti di qualcosa che il Congresso debba mettere a posto”. E ancora: “Il presidente Obama non aveva l’autorità di fare quello che ha fatto, lo abbiamo detto chiaramente. Ma ci sono persone nel limbo. Ci sono bambini che non conoscono un altro Paese, portati qui dai genitori e e che conoscono un’altra casa. Per questo crede veramente che debba esserci una soluzione legislativa”.

Vedere Tim Cook contro Trump non è una novità. Come abbiamo già spiegato qui, a difesa di chi vive e lavora negli USA da immigrato sono scesi in campo vari manager del mondo IT, inclusi il CEO di Apple e il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, “preoccupati dai nuovi sviluppi delle politiche sull’immigrazione” della nuova amministrazione. Il programma Dreamers  è invece sostenuto ideologicamente ed economicamente anche da Laurene Jobs. La vedova del fondatore Apple ha incontrato anche Trump per parlare presumibilmente di questo argomento, oltre che di tutte una serie di problematiche legate all’immigrazione.

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