Apple in Cina non punta solo a mercato e fatturato: i piani in corso di Cupertino puntano a stabilire radici profonde per una permanenza lunga nella regione. Lo ha dichiarato Tim Cook intervistato a Caixin «Non siamo qui solo per accedere al mercato. Abbiamo creato quasi 5 milioni di posti di lavoro. Non sono sicuro ci siano molte società, locali o estere, che possano dire altrettanto. Ci sono radici profonde qui. Credo fermamente nel paese e nelle persone. Siamo qui per restare».
Nel 2015 Apple era il terzo costruttore di smartphone in Cina con il 13,6% del mercato ma nel 2016 la sua quota si è ridotta al 9,6% risultando al quarto posto. Il calo è attribuito alla maggiore concorrenza dei costruttori locali Android, soprattutto Huawei, Oppo e Xiaomi. Per affrontare la concorrenza Apple investe per costruire ed estendere la comunità degli sviluppatori. Apple sta costruendo quattro centri di ricerca e sviluppo in Cina, mentre la presenza retail si estende grazie agli Apple Store. Cook ha dichiarato che ora nel paese ci sono 1,8 milioni di sviluppatori iOS e lavoratori legati all’ecosistema della Mela. Apple ha anche investito 1 miliardo di dollari in Didi, startup locale che offre un servizio di mobilità simile a Uber. L’impegno e l’interesse di Cupertino negli sviluppatori cinesi è confermato anche dalle recenti visite di Tim Cook presso startup locali.
Nell’intervista Tim Cook è tornato a parlare anche di globalizzazione, argomento trattato dal Ceo di Apple anche durante il China Development Forum svoltosi negli scorsi giorni. Nella visione di Cook la globalizzazione è vantaggiosa ma non per tutti: spetta alla politica riconoscere questo problema e creare leggi in grado di attenuare e risolvere le ineguaglianze economiche e sociali.