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Il CEO di Apple Tim Cook è consapevole che iPhone costa troppo in India. Ha parlato dell’argomento recentemente nel corso di un’intervista che è stata trasmessa dal canale indiano di news NDTV, condotta al termine della sua visita nel Paese. Da un report di Deutsche Bank si evince che l’India è uno dei mercati più cari al mondo per acquistare un iPhone, con un prezzo che è mediamente il 31% più alto rispetto agli USA.
Dopo un accenno allo sport (cricket) Cook ha parlato di argomenti a lui più consoni intervistato dal giornalista Vikram Chandra, direttore e CEO del gruppo NDTV Group. “Abbiamo qui un iPhone che è più costoso rispetto agli USA, con meno funzionalità rispetto a quelle consentite in USA e in una nazione nella quale il potere di acquisto è una frazione di quello USA” ha detto Chandra.
Cook ha ammesso che iPhone costa troppo, spiegando come in India tasse e imposte rendono il prezzo finale molto alto, ma anche i profitti inferiori rispetto ad altri paesi. Il prezzo è diminuito meno rispetto a quanto avrebbe voluto ma Cook riconosce che i prezzi sono ancora troppo alti. “Per quanto possibile, vogliamo che i prezzi si abbassino nel tempo” ha detto Cook spiegando di desiderare che un consumatore in India possa comprare i dispostivi Apple a prezzi in linea con quelli statunitensi.
Cook non è sceso troppo nei dettagli spiegando quali saranno i passaggi intrapresi da Cupertino, ma ha dichiarato genericamente di stare guardando all’India “in modo olistico” prima del commercio al dettaglio o di stabilire relazioni con i carrier locali.
Passando a commenti generici sui recenti investimenti della Mela in India, Cook ha spiegato che Apple ha visto nel Paese dei talenti; “Questo significa portare le comunità di sviluppatori su iOS ma anche sfruttare le eccellenze indiane per le mappe… alla struttura dedicata alle mappe saranno assegnati molte centinaia di milioni di dollari di lavoro”. Cook ha detto ancora di volere Apple Pay in India, così come qualsiasi altro servizio che Apple propone; “e se c’è qualcosa di unico che è necessario, vogliamo altresì farlo”.
