Anche i Presidenti USA possono sbagliare: Donald Trump lo ha già dimostrato più volte, ma l’ultimo episodio per fortuna è una innocua gaffe: il primo cittadino USA si confonde e pronuncia Tim Apple invece di Tim Cook.
Il soprannome è involontariamente indovinato: quasi lo stesso numero di lettere per un cognome breve, facile da ricordare e che evidenzia una vita di impegni e di lavoro, una intera esistenza dedicata a proseguire l’impresa e prima ancora il sogno di Steve Jobs. Per dedizione e risultati Tim Cook è senza dubbio Tim Apple
Naturalmente tutti i media USA e non solo ne parlano, su YouTube il video di Tim Apple spopola in una marea di versioni. Cortissima con tanto di sottotitoli e replay per gustarsela ancora meglio, oppure nella versione completa, che riportiamo in calce in questo articolo, un video più lungo da cui risulta lampante l’importanza e la serietà della presentazione.
Si perché Tim Apple arriva come ringraziamento del forte impegno e degli investimenti di Cupertino nel settore education. Trump ringrazia l’amministratore delegato di Apple per i grandi investimenti della società negli USA, in termini di posti di lavoro creati ma anche per il curriculum sul coding, con lezioni, strumenti, app ed ebook messi a disposizione gratuitamente da Cupertino per insegnanti e studenti che in questo modo possono imparare a programmare già nelle scuole dell’obbligo USA.
Ma la gaffe di Tim Apple è molto di più, perché segna un cambiamento quasi miracoloso nei rapporti tra Apple, Tim Cook e Donald Trump e la sua amministrazione. Quando l’attuale Presidente USA è stato eletto le sue posizioni e politiche erano in netto contrasto con mentalità e interessi dei colossi IT della Silicon Valley e non solo, Apple inclusa.
L’emblema di questo periodo è una celebre fotografia che ritrae il volto di Cook estremamente contrariato, carico di dubbi e perplessità, mentre siede a uno dei tavoli pià importanti della Terra e mentre il Presidente USA sta parlando. Una sola foto che dice tutto.
Ma qui Tim Cook ha dimostrato la sua grande intelligenza e abilità politiche: ha fatto buon viso a cattivo gioco, a differenza di altri che hanno rifiutato qualsiasi rapporto (o quasi) con l’amministrazione Trump, ha subito dichiarato che protestare e urlare o astenersi non sarebbe valso a nulla. Per Tim Cook l’unica cosa da fare era collaborare e confrontarsi, ed è quello che ha fatto.
I risultati sono davanti agli occhi di tutti: secondo gli osservatori USA Tim Cook è tra gli artefici del riavvicinamento in corso che forse poterà alla fine delle ostilità commerciali tra USA e Cina. Ed ora il Presidente USA celebre per le sue posizioni conservatrici se non reazionarie su immigrazione, identità di genere e di sesso, ambiente e clima, nazionalista sulle politiche commerciali estere e molto altro ancora, ringrazia pubblicamente Tim Apple quasi fossero ormai diventati amici e confidenti. Tutto questo è merito di Tim Apple.