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Tile e i produttori di tracker contro Apple sulla tracciabilità della posizione

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Dirigenti di PopSockets, Sonos, Basecamp e Tile hanno partecipato a un’udienza del Congresso degli Stati Uniti per testimoniare in un’indagine antitrust che riguarda big del mondo IT quali Amazon, Apple, Google e Facebook.

The Washington Post riferisce che i dirigenti in questione mirano a fornire prove per dimostrare che i big dell’IT sono diventati troppo grandi, soffocano la concorrenza e il loro modo di agire intacca le vendite dei competitor.

Tile – azienda che produce dispositivi trova-oggetti – punta il dito contro Apple, affermando che iOS 13 e le funzionalità di localizzazione dei dispositivi danneggiano la sua attività, e che la funzione “Dov’è” ricorda troppo il servizio offerto dai loro gadget.

Apple ha integrato dei cambiamenti rilevanti in iOS 13, offrendo “Dov’è” insieme con altre novità concernenti la privacy che rendono più complesso per le terze parti tracciare gli utenti a loro insaputa.

“Dov’è” unisce Trova il mio iPhone e Trova i miei amici in un’unica app per iOS 13 e, tra le altre cose, permette di individuare un dispositivo smarrito o rubato. Questa funzione è attiva per default mentre Tile deve ottenere il permesso dell’utente da impostazioni che, a loro dire, sono difficili da recuperare, oltre alla necessità di rispondere regolarmente a specifici promemoria che compaiono sullo schermo del dispositivo per chiedere all’utente ci confermare scelte che riguardano il tracciamento.

Secondo alcuni legislatori i cambiamenti apportati da Apple in iOS sono un vantaggio nei confronti di società concorrenti. La Casa di Cupertino si giustifica spiegando che gli aggiornamenti di iOS sono pensati per migliorare la privacy degli utenti e impedire agli sviluppatori di app di usare dati degli utenti senza il loro permesso. “Apple non ha un modello commerciale costruito sulla localizzazione degli utenti o la localizzazione dei loro dispositivi”, ha riferito al Washington Post, un portavoce della Mela.

Secondo i legali di Tile, quest’ultima mira al congresso “per equilibrare lo scontro sul campo”, giacché – a loro dire – i cambiamenti apportati da Apple “causano confusione” e “si rivelano un’esperienza frustrante per gli utenti”.

Tile punta il dito contro Apple sulla tracciabilità della posizione
Alcune app chiedono di usare la posizione solo quando sono in uso; altre app chiedono di accedere alla posizione anche quando non sono in uso. Consentendo a un’app di usare sempre la propria posizione, iOS ricorderà quali app possono farlo dopo che un’app ha utilizzato la tunostraa posizione in background.

Simili le rivendicazioni di Sonos, PopSockets e Basecamp nei confronti di Google, Facebook e Amazon, aziende che avrebbero ostacolato la concorrenza, impedendo in vari modi possibili innovazioni.

Secondo il rappresentante di Tile “Apple agisce come guardiano di applicazioni e tecnologie con la finalità di promuovere i propri interessi” e, facendo una metafora con il mondo dello sport, riferisce: “Puoi essere la migliore squadra di calcio ma giochi contro una squadra che ha lo stadio, la palla, gestisce il campionato che può cambiare le regole quando vuole”.

Kif Leswing di CNBC riporta la dichiarazione completa di Apple alla Sottocommissione del Congresso che si occupa di Antitrust, spiegando che sta lavorando su un’opzione che permetterà agli utenti di attivare anche con app di terze parti il permesso permanente per il tracking.

“Apple costruisce hardware, software e app a livello di sistema per proteggere la privacy degli utenti e fornire i migliori prodotti e il migliore ecosistema al mondo. Apple non ha creato un modello di business intorno alla localizzazione degli utenti o la localizzazione dei loro dispositivi”. “Quando si attiva un nuovo dispositivo, gli utenti possono scegliere se abilitare i servizi di localizzazione per aiutare a individuare un dispositivo smarrito con Trova iPhone, app alla quale gli utenti fanno affidamento fin dal 2010. Gli utenti hanno il controllo sui dati di localizzazione, inclusa la posizione del loro dispositivo. Se un utente non desidera questa funzionalità, esistono impostazioni chiare e di semplice comprensione, che permettono di scegliere esattamente quali servizi di localizzazione attivare o disattivare”.

“Per quanto riguarda le app di terze parti”, continua Apple, “abbiamo creato l’App Store con due obiettivi in mente: sicurezza e affidabilità per gli utenti che vogliono scoprire e scaricare app, e una grande opportunità di business per gli sviluppatori. Operiamo continuamente con gli sviluppatori e prendiamo molto sul serio i loro giudizi su come proteggere la privacy degli utenti, fornendo anche gli strumenti di cui gli sviluppatori hanno bisogno per ottenere le migliori esperienze nell’uso delle app”. “Stiamo attualmente collaborando con gli sviluppatori interessanti all’attivazione della funzionalità Consenti Sempre per offrire questa funzionalità in fase di setup con futuri aggiornamenti software”.

A ottobre dello scorso anno Apple ha comprato i diritti sul marchio Airtag e si vocifera dell’arrivo di un suo dispositivo di localizzazione oggetti.

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