Il sito The Loop ha avuto modo di fare una breve chiacchierata con David Moody, vice presidente responsabile a livello mondiale dell’Hardware Marketing del Mac in Apple e con il quale ha parlato di Thunderbolt e dei nuovi MacBook Pro. “Thunderbolt offre espandibilità mai vista prima sui notebook” afferma Moody, spiegando che si tratta di una tecnologia dual channel, con la quale è possibile ottenere la massima velocità da entrambi i canali, senza rallentamenti, permettendo di collegare, ad esempio, un display e periferiche ad alta velocità in modo sempre stabile. “La velocità di trasferimento della tecnologia Thunderbolt è 10 gigabit al secondo” continua Moody, “20 volte più veloce dell’USB 2.0 e 12 volte più veloce della FireWire”. La tecnologia è stata sviluppata da Intel in collaborazione con Apple e i dispositivi specifici arriveranno entro primavera.
I nuovi MacBook Pro vantano anche i processori Sandy Bridge di Intel, “realmente un grande passo avanti nel campo dei processori” continua Moody, “un’architettura estremamente veloce, con incrementi di velocità fino al doppio” (rispetto alla precedente serie di MacBook Pro).
Thunderbolt consente di concatenare fino a sei periferiche (con la stessa porta), monitor incluso ed è interessante poiché supporta anche il segnale video, l’audio (fino a otto canale), la possibilità di collegare dispositivi HDMI (es. il televisore o lo stereo di casa, usando un adattatore). Sono supportati anche gli adattatori VGA, DVI e DisplayPort già in commercio. Non manca la possibilità di collegare dispositivi esterni, come array RAID e soluzioni di acquisizione video, ottenendo prestazioni dello stesso livello delle schede PCI Express per desktop (un notevole passo in avanti per il mondo dei notebook). Thunderbolt fornisce 10 watt di corrente alle periferiche, permettendo di usare il portatile per lavorare a progetti che prima avrebbero richiesto una macchina desktop. In commercio arriveranno adattatori che consentiranno di usare i dispositivi USB e FireWire esistenti e altri per collegarsi a reti Gigabit Ethernet o Fibre Channel.
[A cura di Mauro Notarianni]