Doveva partire domani ma è partito oggi e, nonostante l’apertura a sorpresa del servizio è stato subito boom di utenti: parliamo di Threads, il clone di Twitter creato da Meta e che vuole (e potrebbe) affossare il servizio oggi nelle mani di Musk.
Il lancio di Threads (di cui si parla da mesi e del quale abbiamo anche visto alcune schermate) in versione app è avvenuto questa notte, ora italiana, suscitando immediatamente attenzione sia da parte degli utilizzatori dei servizi di Meta, tra cui soprattutto quelli di Instagram di cui il servizio appare e funziona come un sorta di estensione, sia da frotte di utenti di Twitter che sono immediatamente emigrati.
Secondo quanto riferiscono alcuni media americani, in poche ore gli iscritti sono diventati due milioni, poi cinque milioni ed ora ben 10 milioni e questo senza che il servizio sia ancora disponibile in Europa per i noti dubbi sulla privacy dell’Unione.
Su Threads accorrono, come detto, per ora soprattutto iscritti a Instagram. Passare dal social network delle immagini alla nuova creatura di Zuckerberg è facilissimo. In pratica con un click tutte le credenziali vengono trasferite su Threads e si può cominciare a postare: 500 caratteri (e non 256 come Twitter), foto, filmati fino a cinque minuti.
L’operazione di adesione (annunciata da un Tweet, il primo da anni, di Zuckerberg) è stata facilitata sia dal battage di comunicazione dei giorni scorsi, sia dal fatto che chi si era iscritto per avere un’anteprima del lancio ha avuto una notifica dell’avvenuta apertura di Threads. Bastava cliccare sulla notifica che registrarsi.
— Mark Zuckerberg (@finkd) July 6, 2023
Oltre a questo, come la maggior parte dei concorrenti Twitter, Threads è un social basato sul protocollo decentralizzato ActivityPub, impiegato anche da Mastodon e non solo. Questo facilita ulteriormente l’ingresso. Nessun momento è apparso più opportuno di questo per entrare nel mercato di Twitter.
Da quando è stato acquistato da Musk, il social network è stato messo nell’ingranaggio di una serie di scelte sbagliate, tra cui alcune molto discutibili (l’eliminazione della spunta blu per gli utenti verificati, trasformata in un servizio a pagamento che non usa praticamente nessuno).
Altre semplicemente disastrose dal punto di vista dell’immagine e della funzionalità, come viene giudicata l’ultima: la limitazione dei Tweet che un utente può vedere. Una scelta incomprensibile visto che il fine di un social Network è quella di coinvolgere e tenere il pubblico al suo interno il più possibile.
Si è trattato di idee perseguite e implementate personalmente da Musk che continua a fare il bello e il cattivo tempo con Twitter nonostante abbia nominato CEO Linda Yaccarino, esperta in pubblicità a cui è stato affidato il compito di contribuire a rialzare profitti e immagine del servizio, e che invece viene in continuazione scavalcata dal proprietario anche in scelte di carattere tecnico e gestionale che dal punto di vista dell’immagine e dell’allargamento della base di utenti non sembrano azzeccate.
Oggi, del resto, Twitter è uno dei marchi più odiati in USA. Il quarto per la precisione secondo la classifica di reputazione 2023 do Axios Harris Poll. Peggio di Meta che è alle sue spalle al quinto posto.
Ma da qui a diventare un vero concorrente di Twitter per Threads di strada ancora ne corre. Non è facile comprendere se davvero Threads ha questa possibilità e quella di aggiungere il miliardo di utenti auspicato da Zuckerberg. Mastodon e BlueSky hanno ricevuto moltissimi utenti da Twitter e sono strutturati da hoc per concorrere proprio con esso.
Threads, l’Instagram del pensiero come è stato definito da Meta, è connesso al mondo Meta in molti modi e tra gli utenti Twitter la popolarità di Facebook e Instagram è relativamente bassa.
Ma la sfida più grande sarà sbarcare in Europa. Come accennato, attualmente Thread è disponibile in 100 paesi ma non nell’Ue, bloccato dalle preoccupazioni dell’Unione per la privacy e la tutela dei dati. Al momento in cui scriviamo, infatti, l’app non è disponibile sul nostro store e in nessuno dei negozi di App attivi nell’unione.
Se ne parlerà forse a settembre, quando dovrebbero arrivare le nuove linee guida in merito per il Digital Media Act e allora, forse, Threads potrebbe tentare lo sbarco nel Vecchio Continente.