Dopo essere stato uno dei pionieri di Instant Articles su Facebook, The Guardian dice basta alla pubblicazione su questo formato, così come su Apple News, servizio, quest’ultimo, di cui era partner storico, presente su di esso fin dal 2015.
La decisione giunge, si apprende dalla dirigenza dell’importante giornale britannico, dopo aver eseguito profondi studi sulle piattaforme di Apple e Facebook e concluso che questi formati di pubblicazione non rispecchiano gli obiettivi della testata. In particolare dopo l’arrivo di Apple News e Instant Article di Facebook, The Guardian continua a registrare il 60% degli accessi e del traffico tramite le AMP di Google.
In realtà i profitti ottenuti, al momento non sembrano tanto negativi. The Guardian potrebbe avere collezionato 200.000 membri paganti e anche se l’obiettivo è quello di raggiungere 1 milione di abbonati entro il 2019, moltiplicando i 200.000 paganti per 5 euro al mese, (60 euro l’anno per utente), si arriva ad un fatturato pari a 12 milioni di euro all’anno, una soglia che farebbe saltare di gioia tutti gli amministratori delegati dei giornali italiani che hanno una edizione digitale.
In realtà, come osserva Digiday, non sono i profitti che derivano dagli abbonamenti a far ritirare The Guardian dalle piattaforme per le notizie, ma la strategia complessiva. L’editore sta spingendo il suo sistema di abbonamenti e, di conseguenza, ha bisogno di portare i lettori all’interno del proprio sito. In questo modo, la redazione potrà controllare come e dove i lettori accedono ai contenuti, potendo meglio monetizzare ciò che producono.