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Tesla e Volkswagen, i volti opposti dell’auto elettrica

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L’innovativa Tesla e la storica Volkswagen stanno affrontando in modo molto diverso, anzi radicalmente opposto, la transizione verso la mobilità elettrica. Mentre Tesla continua a espandersi negli Stati Uniti con un massiccio ampliamento della sua già colossale Gigafactory in Texas, Volkswagen ha deciso (perché costretta) di chiudere impianti in Europa a causa delle difficoltà di adattamento al nuovo mercato.

Tesla espande la Gigafactory in Texas

Tesla ha presentato dieci nuove richieste di permessi di costruzione al Dipartimento di Licensing and Regulation del Texas per raddoppiare la dimensione della sua Gigafactory a Austin, portandola a oltre 10 milioni di piedi quadrati.

Questa espansione mira a sostenere la produzione di nuovi modelli di EV, inclusi il Robotaxi e i due modelli Model 3 e Model Y. Tra le aree di espansione sono citate le unità di assemblaggio principali come la verniciatura, le Drive Unit e altre ancora, suggerendo l’aggiunta di nuove linee di produzione.

L’obiettivo di Tesla è iniziare la produzione dei nuovi veicoli nel 2025, mentre il Robotaxi è previsto per il 2026. Inoltre, questa strategia di Tesla è, in parte, concepita per rispondere alla crescente domanda di veicoli elettrici a livello globale.

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Volkswagen ridimensiona la produzione in Europa

Volkswagen, al contrario, è alle prese con la chiusura di tre impianti in Germania e della fabbrica Audi di Bruxelles, dove viene attualmente prodotto il SUV elettrico Audi Q8 E-Tron. L’azienda ha ufficializzato che l’impianto di Bruxelles chiuderà il 28 febbraio 2025, decisione che colpirà circa 3.000 lavoratori, sollevando forti proteste sindacali e manifestazioni al riguardo.

L’impianto è stato messo in vendita, ma nessuna delle proposte avanzate dai potenziali acquirenti è stata ritenuta sostenibile per il futuro della fabbrica. Le difficoltà di Volkswagen si devono anche alla pressione competitiva di case automobilistiche cinesi come BYD, che stanno guadagnando terreno in Europa grazie a veicoli elettrici più accessibili.

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Anche per questo, probabilmente, l’Europa ha deciso di imporre dazi sulle auto cinesi, così da non svantaggiare troppo le altre case autonomistiche. Inoltre, il calo delle vendite in Cina, principale mercato di Volkswagen, ha spinto la casa a ridurre costi e personale anche in Germania.

Questi sviluppi, in ogni caso, mostrano come la transizione verso l’elettrico stia influenzando profondamente l’industria automobilistica, costringendo le aziende a ripensare le proprie strategie e a fare scelte drastiche per adattarsi a un mercato in rapida evoluzione.

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