Tesla non sta soltanto costruendo una fabbrica ad Austin, in Texas, ma ci sta anche spostando il suo quartier generale che fino ad oggi si trovava in California. Lo ha annunciato il CEO Elon Musk durante l’assemblea annuale che ha tenuto di recente con gli azionisti della società, dove ha anche chiarito che Tesla prevede di espandere la produzione dello stabilimento californiano del 50 percento. In questa occasione ha anche spiegato, tuttavia, che c’è «Un limite a quanto grande può essere la scalata nella Bay Area» perché i prezzi delle case sono alle stelle, il che si traduce in lunghi spostamenti per i lavoratori che devono vivere altrove.
Questo cambiamento non è comunque del tutto una sorpresa: Musk in precedenza aveva già minacciato di voler spostare il quartier generale di Tesla al di fuori della California, quando le chiusure per contenere la diffusione del coronavirus avevano costretto l’azienda a sospendere la produzione nello stato. Ha persino definito «fascisti» questi ordini di chiusura durante la discussione degli utili trimestrali nel 2020, trasferendosi da Los Angeles ad Austin pochi mesi dopo. Il lato ironico di questo trasferimento sta tuttavia nel fatto che la sede di Tesla ora si trova in uno stato in cui non può vendere le sue auto direttamente agli acquirenti, che è un po’ stato l’approccio aziendale fin dall’inizio proprio a causa delle leggi pro-concessionaria.
Trasferirsi in Texas per Tesla e Musk significa comunque pagare anche meno tasse: qui infatti non vi è alcuna imposta sul reddito, mentre la California ha alcune delle aliquote fiscali più alte degli USA. Inoltre, attraverso il Texas Economic Development Act, lo stato ha offerto diverse agevolazioni fiscali alle società che intendono costruire strutture nella regione, rendendo di fatto questo trasferimento ancora più vantaggioso.
Durante l’assemblea con gli azionisti accennata in apertura sono state votate anche alcune proposte per migliorare la governance aziendale: secondo le indiscrezioni Tesla sarebbe stata d’accordo con la maggior parte di queste escludendone solo un paio, come ad esempio quella con cui si richiedeva alla società di pubblicare dei rapporti sul modo in cui si starebbe sforzando per diversificare la forza lavoro.
Lo scorso anno l’azienda ne pubblicò uno in cui affermava che negli Stati Uniti la sua leadership era composta principalmente da uomini bianchi, mentre la forza lavoro si diversifica un poco perché il 34% sono bianchi e il 79% sono uomini. A tal proposito ricordiamo che soltanto pochi giorni fa Tesla è stata condannata a pagare 137 milioni di dollari di danni ad un ex lavoratore nero che, alla luce di ciò, avrebbe alla fine deciso di chiudere un occhio sulle discriminazioni e sugli abusi razziali mentre lavorava nello stabilimento in Freemont in California.
Nonostante la scarsità globale di chip e componenti che sta creando problemi di fornitura a diversi costruttori di auto e non solo, Tesla continua a registrare vendite in crescita.