Attraverso l’app Tesla su iPhone, i possessori di una Tesla possono sottoscrivere il pacchetto Premium Connectivity offerto dal produttore automobilistico: questa sottoscrizione, al costo di 9,99 dollari al mese, sblocca una serie di funzionalità esclusive, c’è una stranezza, però: Tesla sembra eludere o Apple gli permette di evitare la commissione richiesta da Apple per le vendite in app su App Store.
Un recente articolo di Gizmodo ha sollevato una questione interessante: Tesla non utilizza il sistema di acquisti in-app di Apple per questa sottoscrizione, anche se forse dovrebbe. La sottoscrizione Tesla Premium Connectivity offre una vasta gamma di funzionalità, come la navigazione in auto con dati sul traffico, lo streaming di musica e video, e molto altro ancora.
Tuttavia, queste funzioni sono accessibili solo attraverso il display dell’auto Tesla, il che significa che l’azienda non è obbligata a utilizzare il sistema di fatturazione App Store.
C’è, però, una novità relativamente recente nel pacchetto Premium Connectivity di Tesla: la funzione “Visualizzazione Telecamera in Tempo Reale”. Questa opzione permette ai proprietari di una Tesla di visualizzare un flusso video dal vivo delle telecamere a bordo dell’auto quando il veicolo è parcheggiato e la modalità Sentry è attiva.
Come sottolinea l’articolo di Gizmodo, una funzione come questa, che permette di visionare il feed video da iPhone, rientra tecnicamente nelle linee guida di Apple che impongono la fatturazione tramite acquisti in-app, con una percentuale trattenuta su ogni operazione.
L’app Tesla su iPhone offre agli utenti la possibilità di sottoscrivere la connessione Premium Connectivity, ma solo utilizzando il sistema di fatturazione di Tesla. Secondo la politica sul “Contenuto Specifico per l’Hardware” di Apple, Tesla può offrire il proprio sistema di fatturazione a condizione che sia disponibile anche l’opzione di acquisto in-app di Apple. Tuttavia, questa opzione non è presente nell’app Tesla.
In sintesi sembra che Apple permetta a Tesla di evitare le commissioni di App Store, pari al 15% per gli sviluppatori che guadagnano meno di un milione di dollari all’anno e del 30% per quelli che superano questa soglia.
In passato Elon Musk è stato un critico accanito delle linee guida di App Store di Apple, definendo la commissione “segreta” dell’App Store come “una sorta di tassa del 30% su Internet“. Ha anche mostrato il suo sostegno a Epic Games, che attualmente è coinvolta in una lunga battaglia legale con Apple sulle regole di App Store.
Tuttavia, è importante considerare che tutte le app presentate all’App Store sono sottoposte a un processo di revisione. Al momento sembra che Apple non si sia accorta, o abbia accettato, il sistema di fatturazione esclusivo di Tesla.
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