Si collega la Tesla alla colonnina della stazione Supercharger, ma dopo qualche istante sembra che l’auto inizi a emettere fumo: con l’arrivo dell’inverno e delle basse temperature aumentano le segnalazioni di nuovi proprietari Tesla che chiamano allarmati polizia e vigili del fuoco, ma in realtà si tratta solamente di vapore.
Per oltre un secolo con le auto a combustione la fuoriuscita di fumo o anche semplicemente di vapore dal cofano non è mai stato un buon segno. Nel momento dell’allarme, dimenticando che si tratta di auto completamente elettriche, forse è anche per questo che alcuni nuovi proprietari Tesla entrano in panico osservando quello che sembra essere fumo fuoriuscire dalla parte frontale della vettura.
Ma in realtà prestando attenzione si scopre che non c’è alcuna fiamma, nessun sentore di bruciato, perché si tratta di una nube inodore di vapore. Il comportamento è normale ed è spiegato nel manuale utente Tesla:
“Il sistema termico può produrre vapore in determinate condizioni per i veicoli dotati di pompe di calore (per determinare se il veicolo è dotato di pompa di calore, toccare Comandi > Software > Informazioni aggiuntive sul veicolo).
Ad esempio, il vapore inodore può provenire dalla parte anteriore del veicolo durante la ricarica presso un Supercharger a temperature fredde. Ciò è normale e non è motivo di preoccupazione”.
I servizi di pronto soccorso del Regno Unito, dove si registrano elevate vendite di Tesla, hanno realizzato un video che spiega il “fumo” emesso dalle Tesla durante la carica presso i Supercharger in inverno. Il filmato include anche la spigazione dettagliata fornita da Tesla: riportiamo il video YouTube in questo articolo.
In breve sui condensatori nella parte frontale delle auto può formarsi ghiaccio in inverno: per ottimizzare la carica veloce presso i Supercharger, le Tesla scaldano il pacco batterie, provocando lo scioglimento del ghiaccio e l’emissione di vapore.
Negli scorsi giorni ha fatto scalpore un report di Reuters che accusava Tesla di sapere di parti difettose nelle sospensioni ma di incolpare gli utenti per scaricare a loro i costi di riparazione, posticipando o evitando richiami.
Tesla ha risposto punto per punto in un dettagliato post su X spiegando che il report è falso, basato su informazioni parziali e completamente errate. Secondo il costruttore Tesla ha il tasso di fidelizzazione clienti più alto dell’industria automobilistica, ed è tra i più rapidi a rilevare problemi emergenti per risolverli con richiami, per lo più rilasciati tramite aggiornamenti software.
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