Terra-Master è un nome poco conosciuto ai più, che però si sta facendo strada nel settore dell’archiviazione di rete e (soprattutto) locale grazie a prodotti robusti, dal look sobrio e dall’interessante rapporto prezzo/prestazioni: fa parte di questa serie il NAS F2-220, un modello a due dischi oggetto di questo test.
Il mercato dei NAS è in decisa ascesa in questi anni, movimento figlio sicuramente di un utilizzo sempre più massiccio di smartphone e tablet, specialmente in casa, laddove un computer appare di giorno in giorno sempre più complesso e legnoso.
I nomi in questo settore sono molti, alcuni più famosi di altri, e Terramaster è uno dei più giovani, ma è apprezzabile la precisa identità del prodotto, che fa della semplicità e del rapporto prezzo/prestazioni le sue doti più spiccate.
Il modello oggetto di questa recensione è a due dischi, ma le caratteristiche sono ereditate pari pari anche dai modelli a 4 e 5 dischi, che si differenziano da questo solo per l’ovvia maggiore capacità di archiviazione e per le più varie possibilità di gestione del livello RAID, che qui sono limitate a due (0 e 1, oltre ovviamente alla configurazione a dischi singoli).
Terra-Master F2 220: fuori dalla scatola, le prime attenzioni
Fuori dalla scatola F2 220 si presenta in maniera lineare, con il corpo completamente in metallo e pochi fronzoli: frontalmente sono presenti i due letti per i dischi, con inserimento a viti, e il tasto d’accensione.
Nella parte posteriore il connettore Ethernet Gigabit accompagna due prese USB-A per la connessione di device USB e dischi locali e l’alimentatore (con trasformatore esterno). Il NAS riconosce correttamente dischi in formato FAT32 e ExFAT, ma niente HFS+, il formato predefinito dei dischi per Mac.
Le slitte si aprono facilmente con un meccanismo a scatto e all’interno, i letti sono in plastica ma permettono di ospitare dischi da 3,5” (Terra-Master consiglia solo dischi per NAS, noi abbiamo utilizzato il modello RED di Western Digital da 6 TB) e da 2,5” (ideali per SSD, in questo caso noi abbiamo un modello di AngelBird).
Tra le note curiose emerse sin dall’inizio l’impossibilità di utilizzare dischi già usati in altri NAS (come è comune in una redazione), perché in questo caso non sono riconosciuti e il processo di inizializzazione non si avvia: capito il problema abbiamo provveduto a inizializzare i dischi, e a quel punto la procedura è andata a buon fine (la procedura stessa però prevede l’inizializzazione dei dischi, nella creazione del RAID).
Nel corso dei nostri test abbiamo provato a creare un set RAID 1 (mirroring, per la ridondanza dei dati) tra due dischi da 6 TB di Western Digital ma anche un utilizzo con un disco singolo SSD da 512 GB di AngelBird (per la velocità) più uno da 6 TB per l’archiviazione.
Entrambi i sistemi hanno dato buoni frutti, con il secondo che offriva prestazioni ovviamente migliori anche se con margini di sicurezza di certo più bassi: volendo, però, è possibile utilizzare un ulteriore disco esterno via USB per un backup (che non è un RAID, ma può funzionare lo stesso in una ottica casalinga).
TOS 3, il cuore di tutto
In linea con quella che è stata sin dall’inizio la nostra idea del prodotto, il sistema operativo TOS 3 è apparso molto semplice e lineare: sostanzialmente pensato per chi non ha grandi esigenze di servizi e desidera un NAS soprattutto per l’archiviazione dei dati e la condivisione con diverse unità, siano esse computer Desktop o unità smart mobile.
Ma vogliamo essere chiari, non si tratta di un prodotto minimalista, perché i principali servizi ci sono tutti e l’ambiente desktop è completo e familiare: c’è un App Store e diverse funzioni attivabili che coprono un range di utilizzo più che sufficiente per l’ambiente casalingo e anche per qualche ufficio.
Oltre alla ovvia condivisione tramite SMB, AFP, FTP e NFS sono previsti servizi di connessione tramite Telnet e SNMP, UPnP e anche la possibilità di funzionare come Server Web.
A questi servizi di base si aggiungono quelli relativi alle App, tra cui spiccano quelli multimediali come Plex (che da solo fa quasi tutto), iTunes Server (gratuito, ma occhio al consumo dei dischi), un Torrent Client, servizi di backup r-sync, un servizio di videosorveglianza, Antivirus, un Mail server e pochi altri.
Una App preinstallata permette di eseguire un File Manager semplificato per file e cartelle, con anteprima dei documenti via web che però non ha funzionato molto bene (utilizza ancora il plug-in Flash, con risultati altalenanti).
Abbiamo provveduto a testare qualche servizio: la condivisione è risultata molto buona, con utilizzo dei volumi condivisi veloce e reattivo (grazie anche alla SSD che facilitava il tutto). Manca qualche App specifica per lo sviluppo software, per il test e per l’uso avanzato dei servizi, specie in ambiente office, ma queste mancanze sono da valutare nella loro esatta necessità.
L’App per il controllo da iOS, TNAS Mobile, sembra funzionare correttamente all’interno della LAN, anche se è abbastanza essenziale, mentre non siamo riusciti a farla funzionare tramite IP dall’esterno (ma il collegamento via browser è corretto).
Un cervello potente
Sotto il cofano dell’F2 220 batte un cuore Intel, con processore Dual Core Celeron 2.41GHz e 2 GB di Ram, sufficienti per l’archiviazione passiva di più utenti, una gestione corretta via web e anche la riproduzione multimediale via Plex di file FullHD, verso i quali non ha mostrato nessun problema.
Uno dei pregi di questo modello è dato senza dubbio dalla silenziosità della ventola. In impostazioni automatiche, unitamente al rumore intrinseco dei dischi, si fa sentire poco.
In effetti, l’F2 220 è un NAS che sta benissimo anche a fianco della TV, pur con le dovute cautele, oltre che dentro un armadio (posto più consono per i NAS).
Utilizzato con Plex Server il NAS ha supportato pienamente il flusso dati di file MP3, film in FullHD e immagini anche ad alta risoluzione senza problemi (per quanto la rete abbia permesso) tanto che, se lo si acquista per l’archiviazione e l’uso di Plex, quest’ultima sarà l’unica interfaccia che useremo dopo la configurazione iniziale.
Per chi non vuole usare Plex, ci sono anche i servizi DLNA/UPNP, utili per consolle e computer e iTunes Server, interessante per la musica da condividere tramite tramite l’App iTunes di Apple.
Conclusioni
In conclusione, F2 220 è un NAS entry level, onesto in tutto quel che fa, e come abbiamo detto all’inizio, con un ottimo rapporto prezzo/prestazioni, perché per avere un NAS simile adatto al salotto di un brand più famoso è necessario spendere almeno il doppio.
La mancanza di alcuni servizi è in alcuni casi non così grave (come gli strumenti di sviluppo e un ambiente Office) in altri più sentita (come l’HTTPS, che se c’è non l’abbiamo trovato) però è vero che quelli presenti, pur essenziali, funzionano bene.
Tra questi, oramai, Plex Server svolge gran parte delle funzioni e può anche essere l’unico motivo d’acquisto, se abbiano ad un client come una Apple TV 4 o una SHIELD TV, perlomeno in ambito home e piccolo ufficio.
In casa è suggerito anche per via della bassa rumorosità e di un look che si presenta in modo sobrio e distinto tanto in un piccolo ufficio (nella sala meeting) quanto in salotto, accanto alla TV smart (o con Apple TV).
[usrlist Design:4.0 Facilità-d’uso:4.0 Prestazioni:3.0 Qualità/Prezzo:4.5]
Pro:
• Rapporto prezzo/prestazioni invidiabile
• Semplicità di utilizzo
• Design sobrio e piacevole
Contro:
• Esiguo numero di App e servizi
• La sicurezza potrebbe essere più curata
• Non riconosce le unità esterne in HFS+
Prezzo: 189,00 Euro (con prezzi a salire in base alle configurazioni)
Terra-Master F2 220 è disponibile in varie configurazioni dalle pagine di Amazon.it in configurazione con due dischi e 2 GB di Ram (oggetto di questo test), 2 dischi e 4 GB di Ram, 4 dischi e 2 GB di Ram e 5 dischi e 2 GB di Ram con prezzi a partire da 189,00 Euro.
Ricordiamo che per questo tipo di unità è necessario utilizzare dischi appositi per i NAS, nel nostro caso abbiamo utilizzato unità di tipo RED di Western Digital, disponibili in vari tagli: sconsigliamo l’utilizzo di dischi non idonei all’uso con unità NAS.