In più occasioni, purtroppo, abbiamo sentito parlare di vendita di organi e del rene per poter acquistare dispositivi Apple, in particolare iPhone. L’ultima in ordine di tempo solamente poche ora fa: ora però in Cina sta spopolando una alternativa meno invasiva e stravagante, sempre per poter comprare gli ultimi gadget di Cupertino. “Non c’è bisogno di vendere i vostri reni” recita infatti una campagna pubblicitaria che in un colpo solo supera i canoni del buon senso, forse anche la legalità e senza dubbio batte ogni record in fatto di cattivo gusto. Lo slogan ad effetto prosegue: per avere un nuovo iPhone 6s basta semplicemente effettuare una donazione di sperma. Anche se costa ammetterlo si tratta senz’altro di un miglioramento: nessuna operazione invasiva, con possibili gravissime ripercussioni sulla vita e la salute delle persone. La cosa che più disturba di questa offerta inusitata, è il richiamo a una pratica abominevole, fortunatamente verificatasi in pochi casi accertati. Superato il disgusto iniziale, la proposta è di quelle da prendere in considerazione.
Così almeno la pensano molte persone sui canali social cinesi che nel giro di poche ore hanno dato un’eco enorme a questa iniziativa, tanto da essere riportata all’estero e anche da Cult of Mac in USA. Non c’è dubbio che la strategia di marketing ha sortito gli effetti desiderati, tanto che è stata subito imitata da un’altra banca del seme. L’offerta originaria che ha sollevato il polverone arriva infatti dal Ruijin Hospital, una banca del seme affiliata con il principale ospedale di Shaghai. I potenziali donatori devono però sottoporsi a esami e rispondere a requisiti precisi: devono essere più alti di 1,65 metri, devono essere almeno laureati, in possesso di un certificato di identità cinese e non avere malattie genetiche. Chi pensa di poter soddisfare tutti questi requisiti verrà sottoposto gratuitamente a un esame cromosomico completo del costo di 1.000 yuan, mentre la ricompensa, come ormai chiaro, consiste in un pagamento di 6.000 yuan, il prezzo in Cina del nuovo iPhone 6s.
Il successo della campagna è stato strepitoso, tanto che un’altra banca del seme di Hubei ha deciso al volo di replicare l’offerta, spiegando anche le ragioni a un giornalista: in Cina è vietato pubblicizzare apertamente campagne di raccolta del seme, così dottori e ospedali sono costretti a escogitare campagne fantasiose e provocatorie per attirare attenzione sui social e in rete. Difficile valutare e giudicare a migliaia di chilometri di distanza ma, almeno a prima vista, questi fatti sembrano dimostrare che spesso un divieto rischia di creare situazioni più imbarazzanti e complesse rispetto a una regolamentazione più intelligente e permissiva.
