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Tempo di regali e acquisti online ma anche di ulteriori ostacoli per i disabili

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Tempo di regali e massima attenzione all’e-commerce che guadagna nuovi clienti e maggior rilevanza nelle quote di mercato, ma c’è una categoria di cittadini che si trova, almeno nel nostro Paese, con una barriera in più che non è fisica ma comunque operativa: l’e-commerce per come è concepito oggi in Italia discrimina i disabili.

Come molti sanno la legge permette ai disabili di corrispondere in fase di pagamento l’IVA al 4%: l’aliquota, come noto, non fa parte del guadagno netto del venditore ma questi è obbligato a versarla all’erario. Per chi opera in regime IVA, vendere pure a rate con l’aliquota al 4% anziché al 22% non fa alcuna differenza ma, per una malintesa percezione del potenziale commerciale, i portali di e-commerce non investono su un accesso all’acquisto con doppia aliquota, obbligando di fatto molti clienti, molti di questi con mobilità ridotta, ad effettuare acquisti presso i negozi tradizionali. Quelli che permettono di usare l’aliquota del 4% online introducono un ostacolo su un altro campo: non permettono la rateizzazione.

A segnalarci il problema è un nostro lettore di vecchia data, Carlo Filippo Follis, che anche in questi giorni si è trovato di nuovo il problema di acquistare un iPhone X a rate presso il negozio online di TIM.

acquisti disabili iphone x tim

Ciao Carlo Filippo, partiamo subito dal problema che hai rilevato. TIM, e forse anche altri operatori, non applica la riduzione dell’IVA sulle rateizzazioni dei prodotti. Tu e molti altri disabili iscritti alla Legge 104/92 non potete quindi avere la riduzione dal 22 al 4% a meno che non acquistiate in un’unica soluzione il prodotto. Come hai fatto a scoprire questa incongruenza, questa inosservanza legislativa?

Tutto è partito con la decisione di cambiare iPhone per la necessità di monetizzare il valore dell’attuale; il nuovo l’avrei preso a rate e avrei scelto iPhone X. Sono disabile dalla nascita per tetra paresi spastica e regolarmente riconosciuto come avente diritto per tutto quanto contemplato nella Legge 104/92.

Di conseguenza ho diritto di chiedere la riduzione dell’IVA dal 22 al 4%. Contatto il 119, ma l’operatore non sa darmi una risposta e mi promette di farmi chiamare da un commerciale nei prossimi giorni; venerdì 1 dicembre mando la mia assistente per negozi TIM, la risposta è sempre la stessa: «Possiamo ridurre l’IVA al 4% solo per gli acquisti in unica soluzione, non possiamo modificare i ratei calcolati da TIM.»
Siamo difronte a due problemi:
• Un colosso come TIM non applica una delle poche leggi pro Disabili, o meglio la applica come è più comodo in termini di procedura;
• È impensabile che una realtà come TIM non abbia pensato di calcolare 2 ratei: il primo al 22% e il secondo al 4%. È una lacuna imprenditoriale, ma è anche una carenza culturale propria di una società che non sente i Disabili come membri di essa stessa.

L’iPhone da 64GB TIM lo propone a 1.103,52 € ripartiti in 48 rate: 22,99 €/4 sett.; con l’IVA al 4% sarebbe di € 19,60 SE&O con un risparmio di € 199 sul costo complessivo.

L’IVA al 4% non è un privilegio, semplicemente viene incontro a soggetti – i Disabili – che devono spendere molto più di un’altra persona per vivere. Un esempio: dal 2009 ad oggi, per essere autonomo in bagno, ho speso più di 1.300 euro in sedute elettroniche. Un sedere “normale” quanti “strappi” di carta igienica dovrebbe consumare prima di spendere 1.300 euro?
Il risparmio sull’iPhone vale quasi come mezza seduta elettronica…

Carlo Filippo Follis 0

Cosa pensi che bisognerebbe fare per rendere legittimo un diritto riconosciuto per legge?
Prima di tutto applicare la legge!
In seconda battuta proporre di default nella pagina dello Store il doppio prezzo: uno con IVA al 22% e l’altro con IVA al 4%.
Non sarebbe solo “marketing intelligente”, sarebbe soprattutto il riconoscimento dell’esistenza di un mondo praticamente sconosciuto: il D-Mondo, quel mondo concettuale nato dall’insieme dei Disabili.
Se Amazon, Apple e… iniziassero a pubblicare i doppi prezzi magari con un bottone apposito vi sarebbe una fisiologica operazione culturale di livello planetario come mai è successo prima.

Fra il 2006 e il 2008 hai scritto molti articoli per il tuo progetto “Apple D-User” e da anni ci parli di D-Mondo, di D-Economia, di D-Mercato etc. Ci vuoi spiegare meglio questa tua targetizzazione di una realtà che però definisci come “condivisa”?
Noi siamo simili, siamo due esseri umani di sesso maschile. Il mio “hardware” è però stato danneggiato da chi, usando male il forcipe, mi lesionò il cervelletto rendendomi Disabile dalla nascita.

Stime ormai datate dell’ONU – quindi oggi numeri “piccoli” – calcolavano la popolazione mondiale di Disabili in ben 650 milioni di soggetti; i Disabili sono quindi la 3ª minoranza mondiale. Se la società non fosse cieca, e con essa i mercati e…, avrebbe capito da tempo il valore del D-Mondo, della sua D-Economia e delle esigenze di un D-Mercato. Purtroppo il Disabile è spesso “pilotato” dalle mani che lo affiancano e anziché rendersi Protagonista sottoscrive falsità come le «Diverse Abilità» o accetta che la propria categoria venga “ribattezzata” nell’illusione che si sia fatto qualcosa per chi vive la disabilità.

Bisogna però andare oltre, bisogna pensare che tutti sono potenziali Disabili. Solo questa consapevolezza porterà a pensare e progettare un mondo che sia e che continui ad essere di tutti, anche di chi è diventato Disabile nel corso della vita. Nomi noti come Lamberto Sposini, Michael Schumacher e molti altri testimoniano come una vita possa cambiare in un attimo. La disabilità può anche essere transitoria come dimostra Marco Columbro che risultò vincente sul suo male. Aggredire – in termini commerciali – il D-Mondo significa sottoscrivere una polizza sul futuro di tutti! Se TIM avesse pensato in questi termini, questa intervista non vi sarebbe stata…

Quanto vale il D-Mercato?
Io posso desiderare iPhone X come fan di Apple, come “Apple D-User”, come chi usa i computer della Mela dal 1994 e da prima che nascesse il primo Macintosh, ma come Disabile spendo per una sempre maggiore e sicura indipendenza. Il vero valore aggiunto del D-Mercato è la “necessità” per cui si spende. Oggi, in Italia, la prima “industria” e rappresentata dall’occupazione diretta e indotta offerta dai Disabili. È una “mini finanziaria” mensile…
Io oggi – come persona fisica non autosufficiente – valgo 2 stipendi per 13 mensilità, questo oltre a sedute elettroniche, Mac, iPhone e…
Il D–Mercato vale milioni, miliardi!
disabili - foto scritta dis-ability 2

Come pensi che il mondo si sia mosso per venire incontro alle esigenze dei Disabili?
Certamente non come ha fatto per altre realtà! La colpa è del mancato protagonismo dei Disabili. I Disabili NON possono solo pretendere e criticare, devono essere dei “Protagonisti Propositivi”!

Cosa vorresti proporre ai grandi attori dell’e-commerce affinché gestiscano meglio le esigenze dei loro D-Clienti?
Vorrei che aggredissero il D-Mondo, ma con l’ausilio di Disabili competenti. Queste “aggressioni” nella maggior parte dei casi avrebbero un costo praticamente pari a ZERO. Pensiamo, ad esempio, al doppio prezzo negli Store di cui parlavo prima con un semplice sistema di upload per i documenti utili a far valere il diritto dell’IVA al 4% anziché al 22%.

Per legge bisognerebbe però sollevare il venditore da eventuali sanzioni, multe, perché la responsabilità è del dichiarante – del Disabile – che ha sì dei diritti, ma ha anche il dovere di non “rubare” passando per l’appunto attraverso i suoi diritti. Questo potrebbe essere un buon inizio!

Quanto possono fare invece le istituzioni?
La risposta sarebbe chilometrica. Ti anticipo che, se gli attuali problemi non mi prosciugheranno le energie, nel 2018 pubblicherò un libro dedicato alla riorganizzazione del D-Mondo. Sarà interessante leggere come molte realtà, cose e procedure pensate per i Disabili saranno anche una tutela e una facilitazione per tutti.

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