A poche ore dalla scadenza del termine di Donald Trump come presidente e dall’inaugurazione presidenziale di Biden che si svolgerà mercoledì 20 gennaio, Telegram ha affermato di aver trascorso gran parte delle ultime due settimane a monitorare la situazione negli USA e successivamente a intraprendere azioni di contrasto. In un post sul suo canale pubblico notato da The Verge, il fondatore di Telegram Pavel Durov ha riferito che la piattaforma ha cancellato centinaia di messaggi di violenza.
In particolare, sebbene Durov ricordi come Telegram accoglie dibattiti e proteste pacifiche, i termini di servizio proibiscono esplicitamente la distribuzione di inviti alla violenza. Il fondatore della piattaforma si è affrettato a sottolineare anche che ciò che Telegram ha fatto è stato coerente con le misure che la società ha adottato in passato riguardanti casi simili in Iran, Thailandia, Hong Kong e altri paesi.
A seguito di un numero crescente di rapporti all’inizio di gennaio, “il team ha agito in modo deciso reprimendo i canali USA che sostenevano la violenza”. Sebbene meno del due percento dei quasi 500 milioni di utenti di Telegram proviene dagli Stati Uniti e l’azione di contrasto abbia coinvolto solo “centinaia” di canali, Durov afferma che Telegram ha impedito a quei messaggi di filtrare a “decine di migliaia” di utenti.
Questo non vuol dire che il servizio abbia impedito a tutti di sostenere la violenza. I canali pubblici sono solo una parte dell’app. Telegram è anche un’app di messaggistica che presenta la crittografia end-to-end e il post di Durov non parla di questi account e le conversazioni private. Ricordiamo che negli scorsi giorni Apple è stata denunciata proprio per non aver rimosso Telegram da App Store come fatto invece con Parler.
All’indomani dell’attacco al Congresso degli Stati Uniti, c’è stata maggiore pressione sulle piattaforme social e di messaggistica per moderare i propri utenti, in particolare da colossi come Apple e Google. Entrambe le società, infatti, hanno rimosso l’app Parler dai rispettivi store, ritenuta una delle piattaforme utilizzate per preparare l’attacco, terreno fertile e portatore di minacce e violenza. Ricordiamo, comunque, che durante il fine settimana, Parler ha ripristinato parzialmente il suo sito web con un messaggio di aggiornamento, anche se le app per iPhone e Android rimangono al momento bloccate.
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