Dopo anni di sviluppo e progettazione, Telegram ha deciso di abbandonare il suo progetto Telegram Open Network (TON), ovvero quella che avrebbe dovuto essere la blockchain sussidiaria della piattaforma di comunicazione, tutto ciò a causa di alcuni duri scontri con SEC, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori.
«Il coinvolgimento attivo di Telegram con TON è finito» scrive Pavel Durov, fondatore e CEO, in un annuncio sul suo canale Telegram. TON avrebbe dovuto essere una piattaforma blockchain progettata per offrire una criptovaluta decentralizzata a chiunque avesse avuto uno smartphone; un progetto in parte simile a Libra di Facebook, benché la soluzione di Telegram prevedesse una maggior decentralizzazione e un controllo molto più limitato rispetto a quanto previsto per Libra.
Per questi motivi lo scorso ottobre la SEC ha ordinato a Telegram di interrompere le vendite del suo token (quella che può considerarsi la criptovaluta di TON, chiamata Gram) dopo la mancata registrazione delle vendite anticipate di token da 1,7 miliardi di dollari avvenute prima del lancio della rete. I giudici hanno imposto a Telegram il blocco delle vendite di Gram non solo negli Stati Uniti ma anche a livello globale.
I fondi iniziali erano stati raccolti attraverso una serie di offerte private a partire dal 2017, ma le prime problematiche per TON erano già emerse nel 2018 quando Telegram aveva anche dovuto annullare il lancio della sua ICO pubblica (l’offerta iniziale di moneta), annullamento dovuto in parte a un maggiore controllo della SEC sulle ICO, considerate rischiose e pericolose per i potenziali investitori.
Durov ha criticato duramente le decisioni della SEC che hanno portato all’annullamento del progetto, sostenendo che i tribunali americani non dovrebbero avere il potere di fermare la vendita di criptovaluta oltre i confini degli Stati Uniti, e ha esortato gli altri a intraprendere la lotta di decentralizzazione al posto di Telegram. «Questa battaglia potrebbe essere la battaglia più importante della nostra generazione – ha scritto – Speriamo che voi abbiate successo dove noi abbiamo fallito».
Durov conclude con un avvertimento a tutti gli utenti «È possibile che vediate – o abbiate già visto – siti che utilizzano il mio nome o il marchio Telegram o l’abbreviazione “TON” per promuovere i loro progetti. Non fidatevi di loro».
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