In Danimarca si è deciso di vietare gli smartphone a scuola e nelle attività dopo scuola, facendo seguito alle raccomandazioni di una commissione governativa che ha evidenziato la necessità di vietare a ragazzi di età inferiore ai 13 anni la possibilità di portare telefoni a scuola.
Lo riferisce The Guardian spiegando che il governo modificherà la legislazione esistente affinché le scuole dell’obbligo (scuole elementari e secondarie) diventino “phone-free”, facendo in modo che la maggior parte dei ragazzi tra i sette e i 16-17 anni saranno obbligati dalla legge a non portare telefoni a scuola.
Si tratta di una inversione di marcia rispetto a precedenti decisioni del governo danese, che aveva rifiutato di introdurre simili normative; la novità arriva nell’ambito di scelte simili in altri paesi europei riguardo a smartphone e social media.
Nel 2023 la premier danese Mette Frederiksen ha istituito una Commissione sul benessere per indagare sul crescente malcontento tra bambini e adolescenti. Nel report, diffuso martedì 25 febbraio, si evidenziano dati allarmistici sulla digitalizzazione nella vita delle persone più giovani, invitando a un maggiore equilibrio tra “vita digitale e analogica”. Tra le 35 raccomandazioni, la necessità di una legislazione nazionale imponendo una stretta nell’uso degli smartphone in classe e nelle attività dopo classe.
Mattias Tesfay, ministro dell’Infanzia e dell’Istruzione, ha riferito: “È necessario recuperare la scuola come spazio didattico, un luogo dove vi sia spazio per le riflessioni, e questa non diventi un estensione della cameretta degli adolescenti”. Sono state previste eccezioni, incluse necessità per ragazzi con esigenze educative specifiche ma per il ministro telefoni e tablet non devono avere a che fare con la scuola, “durante le lezioni e anche durante gli intervalli”.
In Italia una circolare del ministro Valditara vieta l’uso degli smartphone – anche per scopi didattici – a partire dall’anno scolastico 2024/2025, ma non viene negato il possesso.
I social network emergono costantemente come l’attività predominante tra i giovanissimi tanto che il governo Australiano ha deciso di vietare l’uso ai minori di 16 anni. Le piattaforme come Facebook, Instagram e TikTok infatti, catturano l’attenzione degli utenti per ore, offrendo contenuti infiniti che invogliano a rimanere fissi davanti agli schermi.