Un teenager del Regno Unito è stato condannato a 240 ore di lavori socialmente utili per il suo coinvolgimento in quello che è stato definito “il più grande cyberattacco della storia”. L’attacco DDoS era stato portato a termine nel 2013 contro SpamHous, organizzazione che studia le attività spam. Per proteggersi dagli hacker, SpamHaus aveva affittato servizi dal provider Cloudflare che si era ritrovato a subire attacchi che avevano fatto collassare il traffico internazionale e in particolare LINX (London Internet Exchange), uno dei più grandi nodi d’interscambio mondiali di traffico Internet. Nei momenti di picco degli attacchi Cloudflare si era ritrovata a dover gestire 300 gigabit di traffico al secondo, il più grande attacco DDoS dell’epoca.
Seth Nolan Mcdonagh, l’hacker che si faceva chiamare “narko”, è stato descritto come un “mercenario” che si occupava di neutralizzare siti web per conto di chi era disposto a pagare, benché non operasse probabilmente da solo. Tra i siti target del teenager, anche la BBC, attaccata il 24 febbraio del 2013. Prima del suo arresto, ad aprile del 2013, quando aveva 16 anni, sul conto di Mcdonagh erano state individuate 72.000£. Codice sorgente dei software usato negli attacchi era stato trovato nei computer della sua casa a Londra, dove erano stati individuati anche i dettagli di un migliaio di numeri di carte di credito a quanto pare appartenenti a istituzioni finanziarie tedesche.
Le attività dell’hacker sono cominciate quando aveva 13 anni; l’avvocato che difendeva Mcdonagh, ha spiegato che il suo cliente soffriva di un grave disturbo mentale nel periodo dell’attacco, si era alienato dalla scuola, dalla sua famiglia e dal mondo intero. Mcdonagh si era già dichiarato colpevole per cinque diverse accuse ma dettagli non potevano finora essere resi noti perché l’hacker non aveva ancora compiuto 18 anni.