Altroconsumo lancia una petizione per bloccare l’innalzamento della tassa di 3 e 4 euro sul prezzo di smartphone, tablet e computer
Per l’associazione si tratta di una tassa iniqua: chi acquista musica e film legalmente da piattaforme online paga già i diritti d’autore per poterne fruire e fare copie su un certo numero di supporti: è profondamente ingiusto che paghi una tassa anche su questi stessi supporti, trovandosi così a pagare due volte. Anche se la Siae sostiene che la tassa è presente in tutta Europa, Altroconsumo spiega che non è vero e che l’Italia si sta spingendo nella direzione sbagliata in controtendenza rispetto all’Europa dove si sta ridiscutendo alla radice l’equo compenso; in questo modo il nostro Paese penalizza la propria economia digitale in un momento in cui dovrebbe cercare di guardare al futuro.
Il decreto, lo ricordiamo, non fa altro che innalzare le quote già imposte dal precedente decreto Bondi, portando i precedenti 80 milioni di prelievo annuo a oltre 200 milioni. Nello specifico, il balzello su un tablet passa dagli attuali 1,90 a 5,20 euro, quello su un computer da 1,90 a 6 euro e addirittura quello sugli smartphone passa dagli attuali 90 centesimi a ben 5,20 euro. Secondo la legge, poi, il Ministero, era stato stabilito, avrebbe dovuto procedere all’aggiornamento del precedente decreto, sulla base dei lavori di un tavolo tecnico da istituire con tutti i rappresentanti delle categorie interessate. In realtà il tavolo in questione non è mai stato istituito e sono stati ignorati i consumatori, “lasciando l’impressione che a decidere siano stati i classici quattro amici al bar” dice l’associazione.