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Tecnologia pervasiva e congedo degli dèi alla maturità 2014

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Il nodo è questo: nel XXI secolo la tecnologia non solo può cambiare le dinamiche produttive e l’organizzazione sociale, ma può essere anche il motore di un radicale cambiamento antropologico, non più un mezzo, ma un fine stesso in cui la ricerca di nuove soluzioni e invenzioni diventa il motivo stesso del ricercare e l’obiettivo è una conquista quasi magica del superamento dei limiti dell’umano e dell’avvicinarsi al divino. Tecnologia pervasiva è il tema del saggio breve di ambito tecnico scientifico della prima prova della maturità 2014, appena conclusasi in tutte le scuole superiori d’Italia. E la linea di pensiero su cui i tecnici del Ministero della Pubblica Istruzione hanno chiesto di misurarsi ai maturandi è quella di una tecnologia che se non è ancora completamente imbizzarrita, quanto meno sembra ormai mettere in seria difficoltà almeno le generazioni che non sono native digitali.

I quattro brani proposti riprendono tre articoli pubblicati in questi mesi sui giornali italiani ed un saggio. Il primo è del blogger che collabora con il Gruppo L’Espresso Fabio Chiusi, ed è quello che porta i maturandi a bomba nell’argomento. Chiusi, commentando il libro di Roberto Marzocco Esseri Umani 2.0, introduce al concetto di Trans Umano, la nuova «religione della Silicon Valley», he vede nelle innovazioni tecnologiche digitali una strada per superare l’umano: «ciò che piace ai geek della Valley – scrive Chiusi – è che questi grandiosi progetti di superamento dell’umano nel “post-umano” si devono, e possono, realizzare tramite la tecnologia». Il secondo brano è un articolo del Corriere della Sera a firma di Massimo Gaggi, dove si contesta e si accusa di anacronismo e luddismo una visione che vede per il prossimo futuro i robot come meri esecutori materiali di lavori pericolosi, esentandoli da quelli, per così dire, intellettuali. Anche perché, spiega Gaggi, i robot “intelligenti” già ci sono. Così come la tecnologia è pervasiva anche negli ambiti di vita di tutti i giorni, a partire proprio dalla scuola, come sottolinea il divertente articolo Dianora Bardi per Nòva del Sole 24 Ore, nel quale si racconta l’imbarazzo di una generazione di insegnanti che ha già a disposizione le nuove tecnologie e che per questo non può vietarle, ma che non sa che farsene. Infine il testo tratto da “Psiche e techné. L’uomo nell’età della tecnica” di Umberto Galimberti, nel quale si dà una sorta di inquadramento morale al primo testo di Gaggi, se la tecnologia pervasiva si sostituisce alla religione non può che essere un grande infingimento, perché il suo essere tutta concentrata sul presente « non concede di scorgere fini ultimi», «Le mitologie perdono la loro forza persuasiva. Tecnica vuol dire, da subito, congedo dagli dèi».

Che siano iperbole letterarie, visioni teoriche enfatizzate o semplicemente analisi sbagliate, resta che gli interrogativi proposti ai futuri “maturi” del 2014 sono di assoluta attualità con device di largo consumo che sempre di più avranno a che fare con i modi, i tempi e gli spazi del nostro metterci in relazione, di controllare la nostra salute e di organizzare la nostra vita.

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