I tre mesi gratis di Apple Music distruggono la musica. Sono queste, più o meno, le parole con cui Taylor Swift in una lettera aperta ad Apple dal titolo “To Apple Love Taylor“, spiega il motivo per cui il suo ultimo album 1989 non sarà disponibile su Apple Music.
Il problema, dice Swift, dipende proprio dal periodo di prova gratuita di tre mesi che ogni consumatore otterrà. In queste nove settimane, Apple non pagherà gli artisti per lo streaming togliendo importantissime risorse. Secondo la Swift “Tre mesi sono un tempo troppo lungo per non essere pagati, e non è giusto chiedere a chiunque di lavorare per niente. Lo dico con amore, rispetto e ammirazione per tutto il resto che Apple ha fatto”. Le parole della cantante hanno un riscontro oggettivo in un’intervista con Re/code il 15 giugno scorso dove Robert Kondrk di Apple conferma che per i tre mesi gratuiti nessuno porterà a casa soldi: «ma questo periodo privo di flussi di denaro sarà poi ampiamente compensato da pagamenti più elevati a lungo termine, visto che le commissioni che Apple dovrebbe garantire alla etichette saranno di alcuni punti percentuali superiori rispetto allo standard del settore».
Secondo Taylor Swift, in effetti, Apple ha il merito di avere impostato la questione delle royalties correttamente e di essere quindi una pioniera che può dare alla musica in streaming la giusta dimensione anche economica, ma i tre mesi gratuiti: “sono una deciionea sconvolgente, deludente, e completamente inadeguata per un’azienda storicamente così progressiva e generosa”. Swift pare ergersi a madrina del music biz, affermando che la sua decisione non riguarda tanto lei (ormai ricca ed affermata) ma i piccoli artisti emergenti che vedono i loro ricavi pesantemente tagliati, o i produttori che lavorano duramente per innovare senza essere poi pagati.
“Queste non sono le lamentele di un viziato bambino petulante” continua Swift, ma sono “i sentimenti e l’eco di ogni artista, scrittore e produttore nei miei circoli sociali che hanno paura di parlare pubblicamente perché ammirano e rispettano Apple così tanto. Noi semplicemente non rispettiamo questa particolare decisione”. In effetti il problema che era già stato sollevato dalle etichette indipendenti, anch’esse deluse dai tre mesi gratis con cui Apple Music debutterà.
La lettera si chiude con l’esortazione finale “Ma io dico ad Apple con tutto il rispetto, non è troppo tardi per cambiare questa politica e cambiare le menti di coloro che nel mondo della musica saranno profondamente e gravemente colpiti da questo. Noi non vi chiediamo di avere gli iPhone gratis. Voi per favore, non chiedeteci di fornire la nostra musica senza essere pagati”.
Taylor Swift non è nuova a contrasti con i servizi di musica in streaming: da qualche mese ha rimosso il suo catalogo da Spotify sostenendo che i servizi in streaming non pagano a sufficienza; ora lo scontro si estende anche a Apple Music.