Nel mercato dei dispositivi anti-abbandono c’è una nuova opzione tra cui scegliere. L’ha presentata l’italiana Filo al Consumer Electronics Show che si è tenuto a Las Vegas negli scorsi giorni, la fiera che dà spazio alle aziende tech per presentare le novità in arrivo durante l’anno appena cominciato. Si chiama Tata Band e va ad affiancare il Tata Pad, a cui si rifà per materiali e tecnologie.
La necessità di creare una seconda soluzione nasce dal fatto che in Italia, a partire dal 7 ottobre 2019, i dispositivi anti-abbandono sono diventati obbligatori. Il nostro paese è stato il primo a porre l’attenzione su questo dispositivo con una legge, perciò se inizialmente i dispositivi anti-abbandono rappresentavano un’àncora di salvezza per i genitori più sbadati, a partire da quella data si è venuto a creare un vero e proprio mercato, trainato da milioni di persone che ne hanno dovuto necessariamente acquistare uno.
Per far capire la portata di questo mercato basti dire che in Europa ci sono 20,4 milioni di bambini sotto i quattro anni di età (in USA sono 15,9 milioni) e ne nascono in media 5,1 milioni ogni anno (il ritmo di nascite annue negli Stati Uniti si aggira intorno ai 3,9 milioni). Al contrario, negli ultimi 13 anni più di 1.000 bambini dimenticati in auto dai genitori sono morti, di cui 800 soltanto negli Stati Uniti. In Italia l’ultimo caso si è registrato nel settembre del 2019 a Catania e dal 2011 in totale ce ne sono stati nove.
Non staremo qui a discutere sul perché si debba arrivare a dover comprare un dispositivo che ci ricordi di avere un bambino nell’automobile, mentre è chiaro che con questi numeri diventa importante prevenire questi tragici incidenti. Come dicevamo, Filo produce già da tempo Tata Pad, un tappetino che si posiziona sulla seduta del seggiolino.
Il funzionamento è simile a quello del Tippy Pad che abbiamo recensito a novembre 2019 e di tutti gli altri dispositivi anti-abbandono che hanno questo posizionamento. Tramite un sensore di pressione rileva la presenza del bambino sul seggiolino e attraverso il collegamento con lo smartphone via Bluetooth comunica col genitore qualora si dovesse allontanare dall’auto con ancora il bambino a bordo. Nel caso della soluzione di Filo, a 3 minuti dalla disconnessione del Bluetooth tra i due dispositivi, viene inviata una notifica che riproduce un segnale acustico per 30 secondi.
La prima differenza con gli altri dispositivi anti-abbandono emerge nel momento in cui si ignora il primo avviso e il bambino è ancora in auto. Dopo 4 minuti parte infatti la telefonata al genitore in questione e se si ignora anche questa, a 7 minuti dalla disconnessione viene inviato un SMS contenente la posizione geografica dell’automobile ai contatti fidati inseriti precedentemente nel pannello di emergenza.
La telefonata è una caratteristica molto rara in questi dispositivi, ed è anche piuttosto efficace. Secondo uno studio infatti la chiamata ha il 60% di possibilità in più di catturare l’attenzione. E funziona così: sia gli SMS che le telefonate non partono dallo smartphone del genitore, ma da un server di Filo che funziona come se fosse un vero e proprio centralino virtuale, perciò partiranno sempre e comunque, anche con smartphone spento, scarico o senza campo.
Inoltre, quando il bambino è a bordo e Tata Pad non riesce a connettersi con lo smartphone perché il Bluetooth è disattivato (o lo smartphone è spento), il dispositivo emette un suono intermittente per ricordare di accenderlo, un po’ come avviene con le cinture di sicurezza. Se poi il bambino è a bordo e lo smartphone si spegne improvvisamente perché scarico, il centralino virtuale invia una chiamata di sicurezza ai contatti selezionati avvisandoli del fatto che il bambino risulta a bordo, ma che Tata Pad non riesce più a comunicare con lo smartphone del genitore.
A differenza di altri questo dispositivo anti-abbandono è anche in grado di capire se l’auto è in viaggio o se è ferma. Questo diventa particolarmente importante se capita di dimenticare il telefono in auto. E’ una condizione a cui molte altre aziende non hanno pensato, ma può comunque succedere. Immaginatela così: il bambino è ancora a bordo, l’auto è completamente ferma da più di 15 minuti e lo smartphone è comunque connesso tramite Bluetooth a Tata Pad. In questo caso il dispositivo lo capisce e avvia il sistema di allarme sopra descritto.
Quello mostrato al CES è una versione alternativa che l’azienda chiama Tata Band e per posizionamento è simile ad esempio al Chicco BebèCare che abbiamo recensito a giugno dello scorso anno. Si aggancia cioè alla cintura di sicurezza del seggiolino e comunica con lo smartphone tramite Bluetooth con lo stesso sistema sopra descritto. Non c’è quindi il sensore di pressione sulla seduta ma – si legge nel comunicato stampa – ci sono comunque dei “sensori speciali in grado di captare la presenza del bambino”.
La scelta di uno o dell’altro quindi si basa unicamente sulla compatibilità con il proprio seggiolino e con il livello di sicurezza richiesto dalle normative vigenti nel paese in cui andrà utilizzato. Mentre rispetto ad altre soluzioni simili, oltre alle telefonate e al sistema di riconoscimento dello smartphone dimenticato in auto e del veicolo fermo, va inoltre preso in considerazione il fatto che Tata Pad e Tata Band, oltre a consentire di sostituire la batteria quando scarica (ne usano una a bottone di tipo CR 2032 che promette un anno di autonomia), essendo realizzati in tessuto sono completamente sfoderabili e lavabili.
Per il momento Tata Pad si può comprare soltanto in Italia – dove ne sono già stati venduti più di un milione di pezzi – al prezzo di 89,90 euro (su Amazon è scontato a 59,90 euro). Tata Band dovrebbe arrivare nelle prossime settimane ad un prezzo non ancora reso noto. L’azienda si sta anche impegnando per portare la vendita di entrambi anche negli Stati Uniti.