Se la Commissione europea deciderà a sfavore di Apple, la multinazionale di Cupertino potrebbe essere chiamata a versare fino a 8 miliardi di dollari e oltre in tasse arretrate. La stima è elaborata dagli analisti di Bloomberg conteggiando il fatturato della Mela in Europa dal 2004 fino al 2012, il periodo sotto esame da parte della Commissione europea.
In questi anni si stima che il reddito imponibile di Apple sia in totale 243 miliardi di dollari su cui però sono state pagate imposte con aliquota molto vantaggiosa in Irlanda, compresa tra l’1,8% e il 2,5%. Il metodo di attribuzione dei guadagni all’Irlanda per l’il business di Apple in Europa e i tassi agevolati sono oggetto dell’indagine della Commissione: se dal verdetto, atteso entro marzo di quest’anno, emergerà un contenzioso, la responsabilità molto probabilmente ricadrà sul governo irlandese, ciò nonostante Apple sarà chiamata a versare la differenza. La tassa in vigore, sempre in Irlanda, è del 12,5% che va calcolata su 64,1 miliardi di dollari, il reddito totale escluso con una procedura di bilancio anche questa a favore delle società, per un totale dovuto di 8 miliardi di dollari.
A questo importo ingente potrebbero aggiungersi le richieste di tasse arretrata da parte di ogni singolo stato in cui Apple opera in Europa, come è avvenuto alla fine del 2015 in Italia: in tutti i Paesi dell’Unione la pressione fiscale è molto più elevata rispetto a quella irlandese. La filiale Apple italiana si è accordata per un versamento di 318 milioni di euro.
Naturalmente Cupertino è al corrente da oltre un anno: nel prospetto finanziario del 2015 sui rischi per investitori e azionisti, la Mela ha avvisato dei possibili effetti negativi sul flusso di cassa e sul bilancio di una decisione avversa da parte della Commissione europea.