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Tablet con la Mela: la rivoluzione al di là  delle voci

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Le indiscrezioni sul nuovo tablet della Mela non si contano più da mesi ma tra gli ultimi giorni della settimana scorsa e il weekend appena conclusosi l’ondata di rumors ha avuto una impennata di cui è opportuno tener conto, se non altro per il fatto che persino l’autorevole Financial Times si è unito al fornitori di materiale. Il sito Web della nota testata finanziaria descrive nei dettagli il progetto che, secondo i giornalisti dell’FT, avrebbe anche un nome in codice: Cocktail.

L’iniziativa nella descrizione del giornale avrebbe però un punto focale nuovo rispetto a tutto quanto abbiamo sentito fino ad oggi; il tablet non sarebbe una risposta “alla Apple” al mondo dei netbook, ma un dispositivo multimediale le cui funzionalità  sarebbero state concordate con le quattro principali etichette discografiche, ovvero EMI, Sony, Warner e Universal con la finalità  di rilanciare in modo nuovo e diverso le vendite di musica digitale. Secondo ben quattro dirigenti riportati dal Financial Times, l’idea alla base del progetto è quella di ricreare l’esperienza degli album da 33 giri adattandola ai tempi moderni. Quindi per spingere le vendite più lucrose di interi album digitali rispetto agli acquisti più diffusi di singoli brani, Apple e le etichette starebbero costruendo una sorta di LP in versione digitale. In questo nuovo contenitore multimediale si troverebbero uniti testi delle canzoni, video musicali, note degli autori e dei compositori, il tutto ricreato come una sorta di booklet digitale che gli utenti possono sfogliare, navigare e leggere mentre ascoltano i propri brani preferiti.

Dal testo dell’articolo del Financial Times trapela l’eccitazione di quattro dirigenti anonimi quando vengono descritte le funzioni dei nuovi LP o booklet digitali, eccitazione che si estende direttamente all’attesissimo nuovo tablet della Mela. Qui le indiscrezioni però si fanno più frammentarie e il progetto confuso e tutta la storia non troppo coinvincente.

Ad esempio la data presunta di commercializzazione, tra settembre e novembre, risulta non solo sostanzialmente diversa da quanto previsto pochi giorni fa da AppleInsider che la colloca nei primi mesi del 2010, ma anche da quello che tutti credono sia il momento del lancio dei primi processori basati sulle tecnologie PASemi. Se, come pare più che certo il tablet (quale che siano il suo aspetto e le sue funzioni), avrà  un chip ARM fondato, appunto, sul patrimonio intellettuale e di esperienza della società  acquistata qualche tempo fa, settembre è davvero troppo vicino. L’architettura Cortex A9 che interessa ad Apple non sarà  disponibile che a fine anno e i primi processori basati su di essa, come quelli di Taxas Instruments, non arriveranno che ad inizio 2010.

L’autore del pezzo collega poi direttamente, come accennato, il progetto Cocktail al nuovo tablet in cantiere trasformandolo “solo” in un dispositivo che per formato e funzioni rappresenterebbe l’ideale mezzo per rivoluzionare e rilanciare il mondo dei contenuti venduti su Internet (e ingrassare le case discografiche). Davvero un po’ pochino, dal punto di vista di Apple, per un dispositivo che è destinato a rispondere all’ondata dei netbook che, anche se spesso male, fanno molto di più che permettere l’acquisto dei “33 giri” del nuovo millennio. Si connettono in Internet, permettono di scrivere, di usare siti di social networking, di spedire email, di accompagnare in un viaggio sia esso turistico che di lavoro chi ha bisogno di avere sempre con sé un computer. Le indiscrezioni e la logica puntano sì ad tablet imperniato intorno all’esperienza di iTunes e App Store, ma con funzioni più vaste e articolate che vanno oltre il multimedia.

Ci sembra, alla luce di tutto questo, molto più attendibile il profilo del dispositivo ipotizzato da AppleInsider. Il sito dedito alle indiscrezioni, questo è bene precisarlo, non ha aggiunto molto di nuovo a quanto è nel patrimonio comune dei siti che si dedicano al mondo Apple. L’unica vera novità  sarebbe la data di lancio (inizio 2010) anche se non vi è nulla nel (verboso) articolo che possa lascia intendere se si tratta di una deduzione o di una reale indiscrezione. Ma il resto della descrizione, sia essa frutto di una collazione di diverse voci in circolazione da tempo, sia stata costruita usando come fonte qualche “gola profonda”, collima alla perfezione con quanto anche il nostro sito va ripetendo da mesi: si tratterà  di un tablet concepito come un anello di congiunzione tra i tascabili puri iPhone e iPod touch e un portatile tradizionale, meno ingombrante di un notebook e più potente di iPhone e iPod touch (grazie al nuovo chip ARM creato su misura all’interno di Apple grazie alle competenze acquisite con l’acquisto di PASemi), con un prezzo anche questo a metà , appunto, tra quello dello smartphone e quello dei notebook Apple più economici.

L’unico dettaglio certo non di scarso conto di cui AppleInsider pare non rendersi conto o non voler affrontare è che questo dispositivo non potrà  non avere, secondo una convinzione “storica” del nostro sito, che un DNA del tutto simile a quello di iPhone e iPod touch. Si tratterrà  quindi di un dispositivo chiuso, di una sorta di estensione dell’iTunes store per lo sfruttamento dei contenuti multimediali (vedi il progetto Cocktail di cui sopra) sia per la gestione delle applicazioni. Lo schermo più grande lo renderà  più flessibile nell’uso anche se meno portatile e per questo potrebbe anche non essere necessariamente connesso in rete 3G ma solo in Wifi.

Quello che appare certo è che un simile prodotto dovrà  avere il supporto degli sviluppatori che dovranno scrivere programmi ad hoc. Anche se, infatti, le applicazioni per iPhone potrebbero girare sia nativamente (se sarà  usato l’Os di iPhone) che in una sorta di scatola di virtualizzazione, la risoluzione dello schermo non è adatta per gli attuali programmi che sono studiati per il display di iPhone e iPod touch. Alle condizioni attuali un netbook con display maggiorato da 10 pollici che dovesse far girare le App di iPhone è una ipotesi molto improbabile, visto che queste apparirebbero sgranate con i punti “touch” fuori assetto così come sarebbe accaduto, anche se per la ragione opposta (display troppo piccolo) con il leggendario “mini-iPhone”.

Sembra dunque indispensabile da parte di Apple, nel momento in cui deciderà  di lanciare il tablet, il richiamo a raccolta degli sviluppatori ai quali affidare il compito di lanciarsi nella nuova impresa: sviluppare per il nuovo prodotto una serie di nuovi programmi. I vantaggi per gli sviluppatori sarebbero gli stessi che hanno oggi: catena di distribuzione ridottissima, accesso diretto ai clienti via iTunes, facilità  di distribuzione, minori rischi di pirateria. Apple avrebbe a sua volta un enorme vantaggio: dando per scontato che un simile dispositivo finirà  per cannibalizzare le vendite del MacBook bianco (molto probabilmente destinato a sparire), Cupertino baratterà  la riduzione di fatturato con una resa di profitto vitalizia sotto forma della percentuale (del 30%) che le deriverà  dalle vendite delle applicazioni sullo store. E poichè molto probabilmente queste applicazioni costeranno di più di quelle per iPhone e iPod touch, il flusso di denaro verso i forzieri di One Infinite Loop, sarà  molto consistente e tale non solo da rendere inifluente la sparizione di un modello da 949 euro invece di un nuovo dispositivo da, ad esempio, 799 euro, ma addirittura capace di accrescere i profitti così come accaduto con iPhone.

Se tutto questo è corretto possiamo pensare ad uno scenario in cui Apple annuncerà , come ha fatto con iPhone, il tablet a distanza di alcuni mesi dal lancio effettivo presentando un kit di sviluppo per il dispositivo. A quel punto ci sarà  tempo per preparare un certo numero di programmi e per sostenere il marketing del netbook di Apple, un prodotto che probabilmente smetteremo di chiamare in questo modo perché destinato ad aprire un nuovo universo che manderà  in soffitta persino il ricordo dei mini-portatili.

Per quanto riguarda il presunto progetto Cocktail, infine, l’ipotesi più attendibile è che sia reale ma abbia poco a che fare con il tablet o, meglio, potrebbe essere non strettamente legato ad esso ma ad un rinnovo dell’offerta di iTunes store in arrivo nella canonica ed usuale data di settembre, quando sarà  normalmente Cupertino lancia l’offerta musicale per il Natale. I “33 giri” digitali con booklet e video potrebbero, quindi, essere destinati ad un lancio su tutta la piattaforma iPod e iPhone e non solo destinati al tablet, tirato in mezzo in questa storia impropriamente. (Qui in basso una delle numerose ipotesi di fantasia per un Mac Tablet)

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