Piccolo (ma neanche troppo piccolo) caso americano. Ad Austin, in Texas, si è concluso il South by Southwest, – SXSW – il festival che da trent’anni fa da luce guida dei creativi e multimediali di mezzo mondo, anche se certa nostra stampa nient’affatto internazionale, pare essersene accorta soltanto adesso. Tant’è, il punto ad Austin è stato un altro.
Qui nella calda cittadina texana, dove l’ospitalità delle popolazioni locali è leggendaria in tutto il sud degli Stati Uniti, nessuno si aspettava una carica di iPhone di tali proporzioni. Ha preso tutti alla sprovvista, soprattutto At&T. Che non ce l’ha fatta a dare la connessione a tutti quanti, perché – bisogna ricordarlo – per chi si aggira per gli Usa con un iPhone, la qualità del servizio telefonico non è esattamente eccezionale. Anzi, spesso il 3G è assente e la qualità del servizio fa abbastanza schifo.
Ad Austin, però, ha superato la linea. Va bene che praticamente l’iPhone fosse il telefono di ordinanza per tutti i creativi presenti. Va bene che nessuno aveva mai visto un tale carico di download ed upload di informazioni, tweet, bip, blip, iphone chat, facebook e via dicendo. Però, giorni e giorni senza segnale completamente è davvero un po’ troppo.
Quindi, quello che è successo è che, mentre At&T cercava di porre rimedio, aumentando al volo la capacità delle celle 3G nel centro della città , la gente era sempre più arrabbiata e la protesta correva lungo i cavi di Tweetter. Adesso le acque si sono calmate, ma valga di lezione per quando, in Europa e soprattutto in Italia, ci si lamenta di una qualità del servizio che è certamente pessima e sproporzionata ai costi – ma sarebbe meglio dire balzelli – che gli utenti devono sopportare. In Europa e in Italia il servizio non funziona benissimo. Ma negli Usa è certamente molto peggio.